Con questo film, molto diverso da My name i Joe e da Sweet sixteen, il maestro Ken Loach conclude la trilogia di Glasgow e lo fa, stranamente, con una storia solo all'apparenza banale e poco originale ma soprattutto con una ventata di ottimismo, insolita per lui. Il film è ovviamente ben fatto, non scade mai in patetiche sdolcinature ed anche l'happy end non è il classico finale a tarallucci e vino della scuola americana. La vita non è una passeggiata, ci sono i compromessi, e il vecchio Ken lo sa...
Sarà che sono figlia di coppia mista e che ho pure idee molto simili a quelle di Loach, ma io lo trovo un bel film. Attraverso il racconto di quel microcosmo il regista ci ha fatto sentire e capire quel che succede quando due culture diverse si incontrano/scontrano. Ed è un po' quello che succede anche nel macrocosmo. La religione è davvero l'oppio dei popoli.
Come si può non amare questo film?
Dolce, appassionato e vero, privo dei perbenismi e dello zucchero delle commedie a cui ci ha abituato il cinema Made in Usa.
Vero, perchè certe cose non possono cambiare, bisogna accettarle magari anche soffrendo. E rischiando.
Amando.
Da rivedere.
Apparentemente è un film diverso da quelli a cui Ken Loach ci aveva abituato: tono leggero da commedia, qualche gag, molto romanticismo… Ma Loach non tradisce il suo pubblico e sa cosa questo si aspetta da lui. Ed ecco quindi il ritratto delle divergenze tra mentalità tradizioni spiritualità diverse, l'analisi di bigotteria e pregiudizi, la descrizione delle contraddizioni in cui si dibattono le seconde generazioni degli immigrati che si trovano a vivere fra due culture non conciliabili (quella d'origine e quella acquisita). La novità è che c'è un lieto fine (cosa rara nella filmografia del regista inglese) che la maestria di Ken "Il Rosso" rende molto plausibile. Il film è da consigliare: ben diretto, ben interpretato (si stenta a credere che il protagonista sia un non professionista), coinvolge e appassiona.
p.s. bellissimo, e profondo, il discorso che fa all'inizio la sorella del protagonista (su come gli occidentali vedono gli islamici): da ricordare, da analizzare, da approfondire.