vedendolo a distanza di 20 anni dalla realizzazione, da un certo punto di vista potrebbe sembrare un po' datato, d'altro canto anticipa ferocemente lo sgretolamento dell'ultima facciata ipocrita della famiglia italiana. concordo con altre opinioni, bravissimi Haber e soprattutto Cinzia Leone. Ci si sente male a rivedere quegli albori di anni '90 (il veglione di capodanno!!! :D). In generale, molto ma molto carino, amarissimo però.
Monicelli firma il falso perbenismo dei figli verso i genitori anziani ke vogliono soltanto l amore di essi, con un scarica barile rinfacciante continuo e un finale terroristico...
Secondo me il finale del film non e’ realmente accaduto. Mi spiego meglio: e’ quello che vorrebbero i fratelli che accadesse, quello che desidererebbero, ma avviene solo nella loro immaginazione. Quando gli attori si guardano dopo aver sentito la notizia della stufa al tg,e’ per dirsi “ Magari lo potessimo fare anche noi”, e non “Facciamolo”. C’e’ sempre “quello che dice la gente”- come dice Milena in qualche scena precedente-, che nasconde e salva gli impulsi crudeli dei parenti.Monicelli, per evitare di essere banale, non ci fa vedre come finirebbe realmente il film :uno dei fratelli, molto probabilmente Lina, si sarebbe preso cura dei genitori ( sempre sperando in cuor suo la loro morte al piu presto) . Il finale che noi tutti conosciamo, allora, serve a capire chiaramente cosa desidera un parente ma non rivela mai.Morale: il sentimento piu' sincero e forte e' l'ipocrisia.
Atmosfere teatrali per un Monicelli in grande spolvero, quando il Natale al cinema ancora coinvolgeva lo spettatore medio, prima che esplodesse la sciagurata moda dei cinepanettoni. Gran tavolate tra fratelli lontani, peste corna e pettegolezzi, la saggezza contadina della mamma tra pentole e bracieri, le mattane del padre sulla via di Alzheimer, il single ostinato che si confessa gay, la depressa da matrimonio imbolsito e gravidanze mancate, la racchia vipera cornuta comente:il fratello scemo. Natale in allegria, come nelle tradizioni migliori, e ci sta pure di parlare della fame nel mondo tra amatriciane e capitoni; ma poi finisce a lite, inevitabilente: i cari vecchi non se la sentono più di vivere da soli e nessuno li vuole, e qui viene il bello. Finale triste e deludente, però; ma è un tipico difetto del regista toscano.
Ho letto attentamente le varie opinioni e mi aggiungo solo per dare un bel 10 a un film che se lo merita tutto,in quanto gli altri "opinionisti",hanno gia' centrato tutti i temi che il film propone.di mio posso solo dire che e'un film che difficilmente invecchiera' presto...se la societa'va avanti cosi'diverremo tutti dei gran bastardi,come sono in effetti i personaggi del film!!!
Massimo antonio perin, 43 anni, Arco di trento (tn) (TN).