Una storia che riguarda il "mobbing" l'ho trovata fin da subito interessante, perchè ai tempi, più di dieci anni fa, si cominciava a parlare di questi "dispetti" a carico dei dipendenti, per esortarli a lasciare (possibilmente in malo modo, alzando la voce, e sbattendo la porta) il loro incarico. Dispetti che a un osservatore esterno possono sembrare ridicoli, ma che per chi li vive, sono una versione riveduta, corretta e più viscida, del nonnismo da caserma.
A chi dice che il film è "piatto", "incolore", "monotematico" rispondo: la strategia attuata dall'azienda nei confronti di Anna/Nicoletta, è tanto più dinamica?
Ad occhi distratti sarà scappata una scena agghiacciante: quella della ragazza, ovviamente fresca di parto, costretta a chiudersi in bagno e a "ciucciarsi" il latte col tiralatte, buttandolo nel lavandino. Scena chiave dalla potenza devastante, che fa capire che il nuovo ordinamento dell'azienda non ha nè tempo, nè soldi, nè tantomeno rispetto per le neomamme.
La scena del colloquio finale con l'amministratore delegato, poi, è un autentico capolavoro di cinismo e cattiveria: a parte che un cretino del genere, più che amministratore, in una ditta del genere andrebbe bene a malapena come parcheggiatore: "Gli operai hanno quasi fatto sciopero per colpa sua" - "Possiamo a questo punto diventare un po'cattivi" - "Quello che ha visto finora non è niente, rispetto a quello che le capiterà". Un frasario da tamarretto del bar, buono per una querela di quelle fatte bene. E oltre che di cattivo gusto, questo personaggio si è dimostrato anche un grandissimo cafone, tirando in mezzo nella discussione la figlia dell'impiegata.
Lui si aspettava che lei accettasse il benservito senza riserve, o che mendicasse un ricollocamento, invece niente: fredda, lucida, spietata, e di un cinismo che trasuda classe, come solo chi ha conosciuto davvero l'esasperazione può raggiungere.
Chi non si è mai trovato in situazioni simile non può capire e lo bolla come esagerato, inverosimile,troppo forzato nel descrivere le sottili vessazioni a cui è sottoposta la Braschi , che quando non recita con suo marito è una buona attrice.Mi è capitato,molti anni fa, di vivere una situazione molto simile;ero giovane, non avevo figli e famiglia, me ne sono andato e mi sono rifatto una dignità e un lavoro che ,pur con gli alti e bassi di oggi,mi da anche delle soddisfazioni,rivedere questo film mi ha fatto tornare indietro con gli anni, e posso assicurarvi,che, quando vogliono escludervi fanno pressapoco così.Brava Braschi,brava Comencini,spero che i pezzi di me**a con cui ha avuto a che fare dal 1990 al 1994 siano già in pasto ai vermi...
Il brutto è che un tema così importante,delicato ed interessante sia stato affrontato con un'ottica terribilmente surreale ed improbabile. Le aziende, purtroppo, sanno cosa sia il mobbing e lo applicano in modo molto più elegante ed efficace.
Il tema affrontato poteva e doveva essere analizzato in modo migliore, a cominciare dalla scelta di un cast non fatto di attori cani, a parte la piccola interprete di Morgana
Il film l'ho visto in tv qualche settimana fa e mi è piaciuto molto. nicoletta braschi è davvero una brava attrice, espressiva e coinvolgente, così come anche la bambina quindi un ottimo cast per un film forse un tantino sottovalutato e ritunuto da segmento di nicchia. era ora che un film trattasse l'argomento mobbing mai visto su di una pellicola, una denuncia e una rappresentazione drammatica ed efficace di ciò che accade a centinaia di persona, anche se in effetti a tratti troppo surreale o esasperata ma purtroppo esistono anche casi come questo, appunto esasperati ed eccessivi che portano le vittime ad esaurimento nervoso e stati depressivi profondi. una denuncia che però è passata quasi inosservata e come in altri casi questo è un argomento scottante per il quale la gente non è propensa a parlare, ne esiste un reale supporto per coloro che ne sono vittime; il finale a lieto fine è bello ma quasi mai c'è un vero aiuto da parte di qualcuno tantomeno dalla cgil.