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Kitchen Stories

Opinioni presenti: 18
Media Voto: Media Voto: 7.5 (7.5/10)

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capolavoro

(9/10) Voto 9di 10

E' un gioiello pieno di perle. Guardatelo bene, senza fretta. Arriva -e resta- potente.



Hari, 66 anni, Seldon (BL).




carino

(9/10) Voto 9di 10

Storia di solitudine ed amicizia nel Grande Nord ...C'e' qualche tempo morto che ricorda forse Bergmann ma il tutto viene riscattato da un finale dolce/amaro a sopresa. Molto belle le ambientazioni anni '60, simpatici e sinceri i protagonisti e un ottima fotografia fanno di qusto film una preziosa chicca da tenere (come ho letto di qualcuno) nella propria videoteca.



Massimo, 38 anni, Treviso.




Un film carico di spunti di riflessione

(9/10) Voto 9di 10

Visto ieri su Raitre, questo film mi ha molto e favorevolmente impressionato. Sebbene dal titolo mi aspettassi tutt'altro genere, sui titoli di coda me ne sono andato a letto carico di riflessioni e con la convinzione di aver guardato quello che si dice 'un gran bel film'. Ammetto che all'inizio la pellicola stentava ad ingranare ed io rimanevo stupito ed estraniato dai continui e prolungati silenzi dei due protagonisti. Ma in seguito ho compreso che l'assenza di parole e suoni (come dei colori dell'innevato paesaggio norvegese) deve essere sembrata al regista l'unica maniera per descrivere una solitudine così profonda e raggelante. La graduale e sempre più profonda intimità che i due personaggi raggiungono, a mio parere, trascende la situazione grottesca della fredda osservazione tipica del marketing, e si pone come regola fondamentale dei rapporti umani: in effetti due persone estranee poste nello stesso ambiente, si sentono portate a socializzare ed a scambiarsi opinioni ed esperienze, anche se (come nel caso del film) questo è esplicitamente vietato. La critica del modo in cui le industrie vedono l'individuo, niente più che un insieme di abitudini e bisogni oltre che una fonte di reddito, è rafforzata dall'inevitabile finale amaro; la morte di uno dei personaggi ci ricorda che lo squallore di un lavoro che non considera minimamente i sentimenti non è l'unica conseguenza del 'capitalismo positivista' che il film indaga. C'è da dire a mio modo di vedere che l'industria negli ultimi decenni ha cambiato il suo modo di operare; se, come Kitchen stories ci racconta così abilmente, già degli anni 50 la produzione industriale annullava di fatto il piano emotivo sia dei consumatori che dei lavoratori, oggi la tendenza, ben più inquietante, è quella di dirigere le emozioni e le sensazioni in modo più o meno conscio verso il consumo: il consumo è diventato ormai un bisogno non solo materiale, ma anche morale. Se non compriamo questo o quello ci sentiamo moralmente inferiori, mentre dall'altro lato ci sentiamo sempre maggiormente giustificati a compiere, sul piano morale, qualsiasi tipo di azione. Un tema solo sfiorato dal racconto filmico è quello dell'omosessualità e delle relazioni senili. Se è vero che il punto di vista etico e morale è centrale in quato film, ci accorgiamo come non solo nell'ottica del regista, ma in nessun modo comunque, relazioni che nella società di oggi vengono classificate come contro natura, possono essere etichettate come non-etiche o contro la morale.



Michele Lorenzi, 21 anni, Trento (TN).




Brutto film questo?

(9/10) Voto 9di 10

Come si fa a definire brutto un film del genere? Quale sarebbe un bel film, qualcosa del tipo "Vacanze di Natale"? Ho trovato questo film ottimo in quanto volutamente lento e relativamente snervante nella prima parte per poi mostrare in seguito, in modo favoloso e più vivo, la nascita di un legame forte e ritenuto all'inizio impossibile. Il tutto raccontato con una finezza e una classe rari, tipicamente nordici.



Tommaso, 20 anni, Monza (MI).




Un vero film

(9/10) Voto 9di 10

Finalmente un vero film, ben costruito, ottimamente interpretato. Un'ambientazione anni '50 (finalmente non americana) veramente commovente. Consiglio a chiunque di andarlo a vedere.



Paolo, 47 anni, Amelia.





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