È la storia,venata di forte erotismo,di un rapporto passionale e trasgressivo,destinato a finire in tragedia.La giovane e affascinante Zandalee vive a New Orleans:è sposata con un ex insegnante-poeta fallito ed impotente;un uomo,però, molto onesto che porta avanti l’azienda paterna sacrificandosi per i suoi principi e che,per non trascurare la moglie,ha rinunciato alle sue aspirazioni letterarie.Ma,nella vita della nostra sensuale signora manca qualcosa:il sesso.Quando lei conoscerà un amico del marito,un pittore molto focoso e dalla personalità maschia dominatrice,inizierà con lui una relazione erotica forte e senza pudori.Il marito di lei scoprirà tutto e,per ognuno dei tre,l’esito non potrà che essere drammatico.”Zandalee” è un film che potrebbe apparire convenzionale,ma in realtà non è così:l’idea del “triangolo passionale”(un classico)viene affrontata dal regista Sam Pillsbury con nessun luogo comune.Perchè,in realtà,ci si trova di fronte ad una vicenda di grande solitudine(lei è insoddisfatta sessualmente e si sente molto sola;lui vive con umiliazione morale la sua condizione di fallito ed impotente,e poi anche di marito tradito;l’amante è un selvaggio che contrae debiti per drogarsi e che riversa nella pittura la condizione esistenziale di chi vive da ribelle,senza principi,possedendo una donna che,però,non lo ama).La quasi(per l’epoca)esordiente Erika Anderson è straordinaria:ha reso la sua Zandalee una donna molto fragile, passionale,incolpevolmente preda di desideri carnali forti che difficilmente si possono controllare(lei non ama il suo amante,col quale soddisfa solo i suoi sensi).Judge Reinhold(il Billy Roswood di “Beverly Hills Cop”)è perfetto nel ruolo del marito;Nicolas Cage(il pittore) un “villain”bravissimo:per il suo personaggio non si può provare simpatia, e la resa interpretativa dell’attore è stata talmente forte ed incisiva da colpire molto,specialmente nelle scene di sesso e in quella nella quale lui,disperato,grida, distrugge i quadri e si ricopre da capo a piedi di pittura(scena di una drammaticità magnifica,recitata da Cage davvero con mestiere).Non mancano,quindi,anche sequenze di sesso esplicito:lei che si sfila le mutandine sotto il portone e fa sesso a casa sua;un altro rapporto consumato in casa di lei,su un elettrodomestico... .C’è anche un rimando all’”Ultimo tango…”di Bertolucci:Cage utilizza olio di oliva e cocaina per sottoporre la Anderson a penetrazione anale.Si, magari sesso un po’ forte,ma è necessario,affinché si capisca quanto i nostri istinti, se avvinghiati in una relazione calda ed incontrollabile,possono prendere il sopravvento su di noi con estremismo.Una storia,però,anche molto triste:il finale lascia davvero l’amaro in bocca.Un film,ad ogni modo,che o lo si ama o lo si odia;coinvolge,eccita,sconvolge.La forza sta negli attori e nei risvolti narrativi molto spesso tesi.Elementi che,facendo evitare al film cadute di stile,rendono ancor più affascinante una storia di trasgressione,solitudine,morte.