Sono rimasto colpito da una scena,quando la bellissima Betty Shue resta seduta su un marciapiede e sullo sfondo si vede una porsche carrera...
Le contraddizioni di una realtà che seppur collocata nei '90 è sempre attuale...le luci di una metropoli serena che continua la propria vita da una parte,e i drammi personali che i due iperealistici protagonisti si trovano ad affrontare ogni giorno come avviene per ognuno di noi...e la cosa piu' triste del film è che non è altro che una fotografia di quello che accade ogni notte ed ogni giorno nelle città di tutto il mondo...è la vita.
un film istruttivo ed indimenticabile.
la frase: -non ricoro se mia moglie mi ha lasciato perchè bevevo, o ho iniziato a bere perchè mia moglie mi ha lascito- racchiude l'essenza "durissima" di questo film, a tratti perfetto...La Sue, chedo nella sua massima espressione drammatica.
Cage solo perfetto, fischietta riempiendo il carrello al supermarket...di super alcolici.
Tutto da capire, con un leggero amaro in bocca alla fine.
Straconsigliato.
Nicholas Cage e Betty Shue sono i non protagonisti di questo film, in quanto la loro interpretazione raggiunge livelli in cui l'attore scompare per divenire il personaggio, quasi inconsapevolmente. Credo francamente che la prova di Cage rappresenti un termine di paragone arduo per chiunque, oltre ad essere una pietra miliare del cinema, in assoluto. Perfetto, spietatamente reale in ogni dettaglio, sfumatura, drammaticamente ineludibile come la fine, voluta, che libera l'uomo. Assolutamente al di sopra dello standard tipicamente hollywoodiano. Impossibile riscontrare per l'intera durata della pellicola, un seppur piccolo, breve momento in cui Cage è l'attore Cage. Egli è Bill, immensamente deluso, carico di un amore struggente, che stride, punisce, graffia lo spettatore, costringendolo alla constatazione di quanta inadeguata è la realtà, gli sfarzi ed i vizzi di una città lucente da un lato, l'animo ed il dramma umano dall'altro. Elisabeth Shue, non cammina da pu**ana, e per brevissimi istanti all'inizio eccede, nel volgarizzare la figura della prostituta, ma si riscatta completamente. Rende tangibili l'amore per Bill, quanto la straziante certezza di doverlo perdere. La promessa, "non mi chiederai mai di smettere di bere", è l'atto d'amore supremo, un gesto di comprensione totale. Una storia bellissima, che qualcuno potrà definire triste, non capendo che il film è invece, il ritratto perfetto dell'amore.
Pur restando un film eccezzionale, lo trovo scostante. Ho come l'impressione che la telecamera si trovi quasi sempre al punto sbagliato, che la musica entri a volte troppo forte a volte troppo presto a volte troppo tardi.
E' come guardar girare un vecchio vinile con l'etichetta scentrata, non permette di esser visto ma non viene tolto nulla all'esser sentito dentro sè stessi.