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Alla rivoluzione sulla due cavalli

Opinioni presenti: 9
Media Voto: Media Voto: 5.5 (5.5/10)

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Da vedere....!

(9/10) Voto 9di 10

Mi parlarono male di questo film, dicendo che era privo di contenuti e fatto male...l'ho visto per caso, una sera in tv, stranamente non interrotto da pubblicità e devo essere sincero: l'ho trovato molto bello. Il cast è interessante, giovani e belli gli attori, riescono a rappresentare il clima un pò illusorio degli anni '70 post moti. L'ambientazione merita anch'essa di nota...i paesaggi spagnoli, Bordoux di sera vista dalla strada e l'incredibile archittettura portoghese trasmettono in maniera fresca le sensazioni che si proverebbero a fare un viaggio del genere, colmo di speranze e sogni. Non c'è stupido e stolto moralismo e la rappresentazione offre libera interpretazione o meglio libero giudizio sulla rivoluzione dei garofani; davvero un bel film.



Massimilano, 17 anni, Napoli.




Solo belle parole

(8/10) Voto 8di 10

Posso solo dire belle parole di questo film: fresco,spontaneo,leggero. Non vuole essere per nulla un'opera rievocativa di un determinato periodo storico,ma vuole solamente raccontare il viaggio di tre ragazzi come tanti alla ricerca della felicità e della maturazione. Questo road movie con buone colonne sonore e ovviamente ricerca di paesaggi belli è ancora più godibile visto l'ottimo affiatamento dei tre attori che riescono ad entrare nella parte e a far loro i personaggi (su tutti a mio parere Andoni Gracia)in modo spontaneo e senza filtri. Non vedo anche il problema sollevato nella prima opinione per quanto rigarda i costumi che da soli non potrebbero dare l'essenza dell'epoca; ricordiamoci che il cinema è finzione è traslazione della realtà quindi bastano pochi dettagli (eskimo, due cavalli, ecc...) per entrare in un periodo che ormai non esiste più. A parte questa piccola divagazione ripeto che posso solo parlar bene di una pellicola che oltre a far vedere una città bellissima come Lisbona riesce in modo semplice e diretto a non annoiare mai e a dare sempre qualche piccolo colpo di scena che rivitalizza la storia e che porta poi al gustoso finale che spiazza, ma che al contempo fa pensare. Infine ovviamente c'è qualche piccola bruttura (la scena dei tre fermati al confine Spagna/Portogallo da un macchiettistico capo di polizia oppure il matrimonio anarchico fatto dal nonno del ragazzo portoghese) erano totalmente evitabili, ma è il prezzo che si deve pagare ad un film a mio parere ben fatto.



Lorenzo, 22 anni, Bologna (BO).




mitica 2cv

(7/10) Voto 7di 10

un film leggero ,ben realizzato per chi vuole trascorrere un tranquillo pomeriggio sdraiato sulla propria poltrona. la pellicola è ben realizzata lo si vede sopratutto dalle auto anni settanta che si possono notare posteggiate nello sfondo cittadino auto come l ami 6 ,la dyane oppure propio la stessa 2cv . personalmente il film l ho trovato abbastanza gradevole sopratutto perchè la 2cv è un auto che mi è sempre piaciuta e quindi si prende 7 stelle anche se ne meriterebbe 6 e mezzo



Stefano, 15 anni, Rende (CS).




Io scrivo di meno....

(6/10) Voto 6di 10

Questo mi sembra un film ben curato capace sia di divertire che di 'docere' qualcosa riguardo alla rivoluzione dei garofani in portogallo.lontano dall'essere noioso spinge abbastanza sul tema degli 'esuli da dittatura' come li definisco io!!bello il finale che ti lascia con un pò di amaro in bocca...giusto cosi!!!!non male anche i giovani attori....!!!il film è simile a tanti altri quindi si poteva far meglio



Giannicolo, 17 anni, Palazzolo sull'oglio (BS).




Quanto e' lontana la rivoluzione!

(6/10) Voto 6di 10

Alla fin fine non e' che l'ennesima commediola degli equivoci. Eppure vie' nel film un afflato che, sebbene non originalissimo, rende l'insiemepiu' che piacevole e molto piu' complesso di quanto detto neitelegiornali, che liquidarono il film come la frivola corsa verso larivoluzione di due ragazzi.La storia e' quella di due ragazzi, Victor e Marco, entrambi studentiesuli a Parigi, ma l'uno esule vero, figlio di oppositori politici alregime di Salazar, l'altro, italiano, nella capitale francese perche' asua detta perseguitato dai servizi segreti per la sua attivita'comunistoide a Bologna, ma in realta' perche' (come gli rinfacciaVictor) a Bologna non aveva piu' ragazze da scoparsi. La storia,dicevamo, inizia in un cinema parigino, dove Victor incontra un poetaportoghese anch'egli esule. La discussione tra i due si soffermasull'esistenza o no di una resistenza al regime di Caetano (che e'subentrato a Salazar alla sua morte), resistenza incarnata dalle utopiedi Victor, ma che il poeta nega assolutamente. Nella stessa notte unatelefonata sveglia Victor e Marco: la voce rotta del poeta strilla chela rivoluzione in Portogallo e' avvenuta. Veloci i ragazzi corrono inmacchina attraverso la Francia giu' verso il portogallo. se comune e' iltragitto compiuto sulla 2 cavalli di Marco, diverso e' il motivo: Victorcorre per riabbracciare la patria, amata, ancorche' di opinabiliconfini, Marco per gustare l'esplosione di vita della rivoluzione, coldesiderio un po' retorico e molto italiano di esserci, di presenziareanche lui all'evento. Il film e' quasi tutto qui, nel confronto-scontrotra Victor, tutto percorso da utopie socialiste e ambizioni poetiche(cocktail come si diceva in apertura gia' visto, specie ne Il postino diNeruda, ma sempre piacevole) e Marco, incarnazione dell'anima piu'consumista-yuppie degli anni 70, personaggio che lo spettatorefacilmente puo' immaginare oggi stempiato e attempato liberoprofessionista. Il discorso illuminante di questa prospettiva avvienedurante il viaggio: incerti se raccogliere un autostoppista Victor di cedi no perche' pesa e rallenta l'andatura, Marco spinge per il si',perche' e' sempre una nuova persona da conoscere, forse piu'interessante della rivoluzione stessa.Il viaggio attraverso la Francia e' un viaggio attraverso gli anni 70,pieno di stravaganti personaggi che da Poitiers vogliono andare in Indiavia autostop, umoristico e garbato, in cui si nota, nell'idea e nellaregia, l'impronta di Tre uomini e una gamba, seppure molto migliorata.Immancabile l'amore: a Bordeaux i due raccattano l'ex di Victor, orasposa di un tipico sbruffone futuro libero professionista anche lui,anche lui italiano. E' subito chiaro che l'amore di Victor non e'sopito, come d'altronde l'attrazione che su di lei esercita ilpoeta-sognatore Victor. Rapporto di coppia che diventa pero' triangoloamoroso nell'attraversamento difficoltoso di una Spagna polverosa edecadente quanto la salute del suo caudillo. E finalmente l'arrivo inPortogallo, dove e' esplosa la rivoluzione esplodono l'amore e il sessotra i tre. A lisbona l'eterogeneo trio arriva in ritardo: Victor, ilvero rivoluzionaro non e' riconosciuto nessuno e la manifestazione dipopolo tanto attesa, la festa si e' svolta in onore degli esuli famosi,in primis il poeta che negava la possibilita' della rivoluzione, oraosannato come rivoluzionario vero, poche ore prima che i tre arrivasseroa Lisbona. La rivoluzione sembra latitare: la telecamera inquadra unVictor sperso, che ha ritrovato l'amore, che non sperava piu' ditrovare, ma ha perso la rivoluzione, il socialismo, che era sicuro diaver finalmente scovato. Marco invece si consola subito opzionando unaportoghese di colore nel finale, quando la festosa sfilata dei tifosidel Benfica viene scambiata da Victor per la Rivoluzione. Quantadelusione per il povero esule: in realta' presto si scopre che dovra'attendere solo il 1 maggio per la sua catarsi rivoluzionaria. Diventera'poeta o anch'egli libero professionista?



F., 19 anni, Torino.





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