Open water
Open water non è certo un film facile. La produzione è indipendente ed il budget basso - e si vede tutto soprattutto nella fotografia di stampo "tedesco" (chi ha visto Derrick mi capisce al volo) - l'idea è molto buona, ma non certo semplice da gestire per un'ora e mezza. Chris Kent scrive e realizza questo lungometraggio ispirandosi ad una storia vera che vede i due protagonisti Daniel (Daniel Travis) e Susan (Blanchard Ryan) ritrovarsi abbandonati in mezzo all'oceano dopo un immersione.
Partiti per un'escursione di scuba diving con una barca d'appoggio, i due emergono e non trovano più nessuno. La barca si è allontanata convinta di avere tutti a bordo e per Daniel e Susan si prospetta un momento molto difficile.
Ovviamente le loro borse sono rimaste sul ponte ed il loro equipaggiamento risulterà mancante al primo controllo, quindi la mancanza sarà notata, ma quando? E la corrente di quanto li avrà spostati? Per non parlare poi del reale problema degli squali…

Da buon sub la sola idea di una situazione come quella di Daniel e Susan mi mette un'ansia indicibile. Poi quando ho saputo che si ispirava ad un fatto realmente accaduto, mi sono ripromesso di fare amicizia con tutte le mie future guide-sub per evitare anche la più remota possibilità di passare una giornata in mare aperto in compagnia di squali e meduse con un coltellino come unica difesa.

Nonostante i mezzi di fortuna con cui è stata realizzata la pellicola (mi ricorda un po' il primo El Mariachi di Rodriguez), prodotta dalla moglie di Kent, girata in digitale - e non certo quello di George Lucas - utilizzando come "crew" amici e familiari, l'effetto tensione è palpabile (tanto che ha ricevuto numerosi consensi alla Sundance Film Festival) e gli si può quindi perdonare qualche piccola ingenuità.
Alla fine comunque uscirete dalla sala decisamente turbati.

Curiosità: curioso che Susan e Daniel siano gli ultimi a risalire visto che si muovo in acqua continuamente consumando litri e litri di aria.

La chicca: i mugugni nel boccaglio sono veramente un classico del sub, sfido io a trovare qualcuno che non li ha mai fatti, inoltre la Ryan è stata realmente morsa da un barrucuda il primo giorno di riprese.

La frase: "Io volevo andare in montagna!"

Indicazioni: Per chi ama il thriller psicologico ed ha i nervi saldi.

Valerio Salvi

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