Non mi era mai capitato di fuggire a metà film. Però sulla scia dei più coraggiosi me la sono data a gambe. Omelie e lettere, lettere e omelie, la parola soffoca e non intriga neppure la bravura del filosofo gesuita che sa, a caldo, lanciarsi in una difficile suasoria. Davvero insopportabile!
Pur capendo la drammaticità della vicenda narrata non riesco a entrare in sintonia con l'idea portante del regista di rendere protagonista assoluta del film la parola.In passato ci sono stati molti bei film le cui scene si svolgevano in un unico ambiente o con sequenze tra loro simili e ripetitive ma al tempo stesso la trama era imbastita di colpi di scena e farcita talvolta quà e là di qualche battuta, nel film in questione invece si avverte una calma apparente che per i primi 10 minuti può anche far presupporre a un crescendo continuo della trama, invece si tratta più semplicemente di calma piatta.All'inizio poi l'interpretazione dell'attore che inpersona il protagonista da giovane e dei comprimari, quali i soldati olandesi, non ha niente da invidiare a produzioni di successo nostrane degli anni '80 quali "Attila".In definitiva sconsiglio la visione di questo film a tutti fatta eccezione a chi per motivi di studio o personali non voglia approfondire l'argomento noia!