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On the Road











Sulla strada è uno di quei romanzi che hanno segnato un’epoca tanto da essere diventato emblema di un’intera generazione statunitense, quella diventata grande subito dopo la seconda guerra mondiale ed in cerca di una propria collocazione in una società sempre più improntata al perbenismo e alla realizzazione del celebre "american dream". Nonostante i nomi dei personaggi fossero fittizi, dietro ogni volto e parola di Kerouac c’era una persona vera, era un romanzo più che mai autobiografico e come tale viveva di strappi, di esperienze a volte slegate tra loro ed unite solo dalla presenza degli stessi personaggi. Era difficile farne una versione cinematografica, ovvero raccogliere in un paio d’ore circa un intero mondo di volti, situazioni e pensieri arrivando ad un qualche tipo di climax, ed è per questo che prima di questa trasposizione nessun cineasta ci aveva mai provato prima. E, purtroppo, probabilmente hanno fatto bene.
Per arrivare ad un racconto che abbia una qualche tipo di linearità, lo sceneggiatore Jose Rivera punta molto sull’amicizia tormentata tra Sal e Dean (Sal da solo è quasi assente), dà una grossa parte ad un personaggio secondario come Camille (interpretata da Kristen Stewart) e taglia su tanti passaggi che, chi ha letto il libro, può trovare forse fondamentali. Non sarebbe un male, se non fosse che il risultato finale è che si finisce con il non conoscere bene nessuno dei due protagonisti che, al contrario, sembrano un’ennesima variazione della coppia di due viaggiatori di I Diari della Motocicletta, non a caso diretto proprio dal suo stesso regista, Walter Salles. Le oltre due ore di pellicole finiscono con il girare a vuoto e non bastano la bella colonna sonora e lo sforzo nella ricostruzione scenografica, né la freschezza dei suoi due attori principali (Sam Riley e Garrett Hedlung) o la maestria di interpreti ormai navigati come Viggo Mortensen, Steve Buscemi e Kristen Dunst.
Peccato. Era difficile forse fare di meglio data la particolarità del libro di partenza, ma non era neanche obbligatorio fare qualcosa.

La frase:
"Perché per me l'unica gente possibile sono i pazzi, quelli che sono pazzi di vita, pazzi per parlare, pazzi per essere salvati, vogliosi di ogni cosa allo stesso tempo, quelli che mai sbadigliano o dicono un luogo comune, ma bruciano, bruciano, bruciano, come favolosi fuochi artificiali color giallo che esplodono come ragni attraverso le stelle e nel mezzo si vede la luce azzurra dello scoppio centrale e tutti fanno Oooohhh!".

a cura di Andrea D'Addio

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