One-Zero
E’ sempre molto difficile realizzare un film che riesca a fotografare in maniera convincente la realtà di un paese, tenendosi lontano da stereotipi, semplificazioni e stilizzazioni. Il risultato finale che si ha l’ambizione di raggiungere in questi casi è lo spaccato di un determinato paese, in cui si possono leggere idiosincrasie e contraddizioni tenendosi al contempo lontani da moralismi e da incursioni nel grottesco. Wahad Sefr, il cui titolo egiziano vuol dire letteralmente "uno a zero", è un buon esempio di questo particolare tipo di pellicola. Il film racconta una serie di piccole vicende di vita quotidiana nell’arco di un giorno chiaramente identificabile. E’ il 10 febbraio 2008 e tutto l’Egitto è in fibrillazione per la finale della Coppa d’Africa 2008, in cui la nazionale del paese dei faraoni si trova a contendere il titolo al Camerun. La vittoria dell’Egitto non costituisce uno spoiler visto che il risultato è proprio il titolo del film. Così vediamo tanti personaggi differenti: l’estetista, il presentatore alcolista, la cantante di successo, il bambino che muove i primi passi nel mondo del crimine, la divorziata che non riesce a risposarsi, la musulmana osservante e così via. I personaggi si incontrano, si scontrano e si incrociano, rivelando le inquietudini e le contraddizioni di una società orientata verso il futuro ma ancora pregna di cultura arcaica. Particolare risalto viene dato alla situazione della donna in Egitto, ancora in persistente stato di sudditanza nei confronti dell’uomo e della società in generale. Il regista non risparmia dai suoi strali nemmeno la polizia, vista in una luce particolarmente negativa. I poliziotti di "Uno a zero" si dividono in due gruppi: quelli che compiono abusi di potere a proprio capriccio e quelli che si rifiutano di compiere il proprio dovere perché c’è la partita.
La partita è vista come un evento paralizzante, che blocca il continuo scorrere della vita in un istante irreale e irripetibile.
Così è per i vari personaggi di "Uno a zero", che smettono di pensare ai propri problemi e ai piccoli drammi personali perché l’Egitto vince. Naturalmente il risveglio dell’11 febbraio 2008 riserva una sorpresa piccola e grande allo stesso tempo: nulla è cambiato all’ombra delle piramidi.

La frase: "Non ti piace il calcio?".

Mauro Corso

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