Olé
Apre con titoli di testa animati commentati in maniera frizzante dalla mitica "Baila me" dei Gipsy Kings l'ultima fatica di Carlo Vanzina, co-sceneggiata dall'immancabile fratello Enrico, incentrata su Archimede Formigoni (Massimo Boldi) e Salvatore Rondinella (Vincenzo Salemme), rispettivamente docente di matematica e di lettere presso il liceo milanese "Giuseppe Verdi", i quali, da anni in conflitto a causa di una vecchia questione sentimentale che vide coinvolta una donna sedotta e abbandonata dal secondo, si trovano ad affrontare una gita scolastica insieme ai propri alunni attraverso la Spagna.
Tutti coloro, però, che si aspettano l'ennesimo film di Natale costruito esclusivamente sulla risata grassa, potrebbero rimanere non poco delusi, in quanto i figli di Steno, che si prendono la briga di riportare sullo schermo Massimo Boldi dopo la rottura con il pluriennale compagno d'avventure su celluloide Christian De Sica e con Casa De Laurentiis in generale, sembrano questa volta puntare ad una diversa categoria di spettatore, o, meglio ancora, a rieducare alla visione cinematografica quel pubblico che, tra parolacce e nudi gratuiti, ha finito per perdere, con il passare del tempo, lo spirito dell'innocente risata natalizia; infatti spiegano: "Olé è un omaggio ai film comici americani degli Anni 50 e 60, quelli, tanto per intenderci, di Jerry Lewis e Dean Martin, o quelli corali alla "Questo pazzo pazzo mondo", o ancora ai classici Disney, uno su tutti "Il maggiolino tutto matto". Film semplici, senza volgarità. Film motorii dove i protagonisti sono sempre in corsa, inseguiti da guai. Film volutamente comici che s'ispirano alla tradizione dei film dei Marx Brothers e di Bob Hope. Insomma, per riprendere il filo dei film natalizi, ci siamo orientati facendo l'occhiolino ad un cinema veramente familiare che possa piacere a grandi e piccini".
Infatti, al di là di qualche piccolo omaggio, viene questa volta concesso ben poco spazio ai riferimenti alla Grande Commedia all'italiana, in favore di una vicenda che, a partire dalla presenza nel cast di Daryl Hannah, nei panni di Maggie, professoressa di San Francisco che farà perdere la testa ad Archimede, gode di un respiro decisamente internazionale, infarcita di sequenze surreali che non poco ricordano il colorato e frenetico universo dei vecchi cartoon.
Perché, mentre entrano in scena i personaggi di Ana Montez (Natalia Estrada), soubrette vincitrice di un famoso reality show impegnata a tenere nascosta una relazione clandestina con il nobile sposato Diego De La Vega (Armando De Razza), e di Enzo Antonelli (Enzo Salvi), "coatto" parrucchiere di Ostia che, in compagnia della manicure di origine sarda Jennifer (Francesca Lodo), ritrova per caso, tra gli scolari, proprio il figlio Ugo (Niccolò Contrino), portato a Milano dalla ex moglie dopo il divorzio, lo script non assume altro che le fattezze di un pretesto per poter sfoggiare inseguimenti in automobile, esilaranti iniezioni e perfino Vincenzo Salemme alle prese con un'imprevista eccitazione sessuale.
E sequenze cantate come quella in cui viene proposta una divertente rilettura de "Il barbiere di Siviglia", lasciano emergere da sole le impeccabili doti vanziniane di messa in scena, le quali nulla hanno da invidiare a tanti decantati commedianti d'oltreoceano.
Certo, bisogna ammettere che, nonostante la verve di Enzo "Er Cipolla" Salvi e Boldi che è sempre garanzia di risata ogni volta che si cimenta nel dialetto romano ed in quello napoletano, qualche caduta di ritmo è avvertibile e le pecche non mancano (ma chi ha deciso di far recitare la Lodo?), però questa moderna favola comica attraversata da una forte vena romantica ci lascia anche pensare che quello che si presenta ai nostri occhi sia un coraggioso esperimento su pellicola volto a toccare nuove vette della commedia - attraverso la riattualizzazione di quella che fu -, non più con l'intenzione di ritrarre lo stivale del globo, ma di oltrepassarne i ristretti confini.
Un esperimento forse non riuscito in pieno, come buona parte di ogni primo tentativo che si rispetti, o forse, più semplicemente, talmente innovativo e fuori dagli schemi classici da risultare difficile da digerire (come sinonimo di "capire") all'immediato impatto.

La frase:
- "Sei bellissimo, sembri George Clooney.."
- "Sì, ma lui è del Lago di Como, io invece sono nato sul Lago Maggiore".

Francesco Lomuscio

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