Nocturna
Da sempre le favole e i racconti classici sono il mezzo con cui gli adulti insegnano ai più piccini come affrontare la vita, un modo semplice di far capire un concetto a chi ancora non conosce il mondo e può essere turbato dalla realtà. Grazie all’animazione, queste storie acquisiscono anche una dimensione visiva, dando la possibilità a bambini e adulti di immergersi completamente nel mondo di cui esse parlano.
Con quest’approccio Victor Maldonado e Adrià Garcia, (“El Cid, la leggenda”), hanno scritto e diretto “Nocturna”, film d’animazione col sapore d’altri tempi che affronta la paura del buio. Tutti hanno paura di qualcosa, grandi e piccoli, ma quella più diffusa è sicuramente la paura dell’oscurità, associabile alla paura dell’ignoto e di qualsiasi cosa non si conosca.
In “Nocturna”, il piccolo Tim è ospite di un orfanotrofio, lui si sente diverso dagli altri bambini, per via della sua paura del buio.
Durante il giorno, mentre gli altri giocano nel cortile, lui è sul tetto a disegnare le stelle, suo unico conforto quando si spengono le luci la sera. Durante la notte, invece, terrorizzato dal buio, nonostante la derisione e le lamentele dei suoi compagni, trascina il suo letto in prossimità di una finestra, in modo che la luce della luna e delle stelle, tra le quali Adhara è la sua preferita, possano proteggerlo. Una notte quando le stelle cominciano a spegnersi una ad una, Tim conosce il popolo della notte, gli strani abitanti di Nocturna, coloro che rendono le nostre notti più o meno gradevoli, e che sono minacciati da un’ombra che ha spento le stelle e rischia di farli estinguere. Solo Tim potrà salvarli.
La storia è molto simile ad una favola della buonanotte, in cui personaggi reali e immaginari combattono insieme per riportare l’ordine. E come in ogni favola che si rispetti c’è il messaggio nascosto, che fa riflettere, e obbliga chi la ascolta ad affrontare le proprie paure. La paura in questione è ovviamente il buio, e la soluzione, l’unico modo per combatterlo, è capire che siamo noi stessi a generarla. Tim è solo un bambino, ma le sue paure lo isolano dagli altri, si sente diverso, e solo quando vede le stelle si sente protetto. Nella frase “Se non ho paura non esiste!”, il piccolo Tim da un calcio a tutte le paure del mondo, ritrovando la gioia e la serenità per vivere la sua vita di bambino.
Ovviamente ci si immedesima nel personaggio reale, mentre quelli immaginari non sono altro delle guide, (il nostro subconscio), che ci prendono per mano e ci aiutano a trovare la giusta strada. In “Nocturna” tali personaggi sono coloro che animano la notte mentre noi dormiamo. In realtà sono loro stessi a farci dormire, ci regalano gli scricchiolii e gli altri suoni che a volte ci terrorizzano, altre ci rilassano, sono responsabili del nostro orribile aspetto la mattina, e illuminano le strade nella notte. Hanno un buffo aspetto che ricorda un po’ le bambole di pezza, ma con arti deformati o altre particolarità che li rendono simpatici e bizzarri. Così come sono buffi anche i bambini dell’orfanotrofio, con quella testa enorme e quei piedini piccoli piccoli, non sono ne belli ne brutti, ne forti ne deboli, permettendo al bambino che guarda il film di immedesimarsi.
I due registi spagnoli hanno deciso di utilizzare la tecnica tradizionale in 2D, coadiuvata dalle nuove tecnologie informatiche che conferiscono al film una pulizia maggiore del tratto, una vasta gamma di colori e tonalità, e una luminosità diffusa. Il contrasto tra notte e giorno non è mai netto, la luce è la vera protagonista del film, perché da sicurezza a Tim, per questo non è mai completamente buio, le ambientazioni non sono mai tetre o cupe, e quando è giorno o quando sono presenti gli abitanti di Nocturnia, la luce è sempre presente.
“Nocturna” è nel complesso un bel film, dove tecniche d’animazione e narrazione si fondono bene insieme, regalando agli spettatori, grandi o piccoli che siano, 83 piacevoli, divertenti, riflessivi minuti.

La frase: "Forza ragazzi, ritmiamo la notte!".

Monica Cabras

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