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Nightmare before Christmas
“Coloro che sognano di giorno sanno molte cose che sfuggono a chi sogna soltanto di notte” diceva Edgar Alla Poe. Basterebbe questo a spiegare l’affetto che sempre circonda Tim Burton e i suoi film. Il cinema come raccontatore di favole, raccoglitore di storie fantastiche e paure che di notte si sposavano nei nostri sogni di bambini. Jack Skeletron non nasce nel 1993 con Nightmare before Christmas, ma prima, molto prima. Prende vita dalla realtà, dall’osservazione di un negozio che cambiava le decorazioni da stile Halloween a natalizie per diventare prima poesia, poi scarabocchio su di un block-notes e poi disegno sul cappello di uno dei personaggi di Beetlejuice (1988). “Non sforzarti di capirlo, devi solo immaginarlo!” e così Jack Skeletron ha preso vita poco a poco, passando da sogno (o incubo) a realtà, da parabola a film. Tim Burton unisce gli opposti, fa del più brutto il più bello, del nero il colore della gioia, di uno scheletro la vitalità.
Lo spirito natalizio non si trova nella bellezza delle forme, quanto nel capire, e vivere, la propria identità. Solo allora sarà sempre Natale e la luna bacerà gli innamorati.
Quando il film uscì in Italia nel 1993 nelle sale fu preceduto da “Frankenweenie”, un cortometraggio sempre in plastilina che Tim Burton aveva realizzato nove anni prima, quando ancora non aveva realizzato alcun lungometraggio. Già lì erano presenti alcuni dei personaggi che si ritroveranno nei suoi film successivi, a partire proprio da Nightmare before Christmas (di cui, è bene ricordare, fu tutto, ma non regista. Il compito lo affidò all’amico Henry Selick). Dall’ossessione di dare vita ai morti (Sally e La sposa cadavere) al cane fedele compagno di avventure, dalla necessità di partire sempre da personaggi emarginati alle presenze/assenze delle figure di genitori che siano da guida per i ragazzi di volta in volta protagonisti dei suoi racconti.
Oggi “Nightmare before Christmas” si presenta come un nuovo punto di partenza non per i contenuti, ma per la tecnologia. E’ stato cavia infatti del rilancio del tridimensionale e cioè degli occhialetti in sala distribuiti prima della visione. Non più, però, una lente rossa e una blu, ma un vero paio di occhiali pesanti che rendono il 3d una sorta di realtà virtuale. Nuovi progetti con questa modalità sono già partiti ad Hollywood, alla continua ricerca di strumenti che possano invogliare la gente ad andare in sala a vedere un film piuttosto che a casa in altre forme (non sempre legali). Non essendo stato ideato per un utilizzo simile “Nightmare before Christmas”, non ne sfrutta completamente le potenzialità. Ciò non toglie che la sua visione risulti sempre e comunque una gioia.
La frase: "É stato molto tempo fa, più di quanto non sembra, in un posto che, forse, nei sogni si rimembra, la storia che voi udire potrete si svolse nel mondo delle feste più liete. Vi sarete chiesti, magari, dove nascono le feste. Se così non è, direi... che cominciare dovreste!!".
Andrea D’Addio
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