RISULTATI FINALI 3° FESTIVAL DEL CINEMA INVISIBILE
LECCE - 18 / 19 / 20 SETTEMBRE 2008
Vince "Adil e Yusuf", vince il cinema indipendente italiano.
Il medio-metraggio ADIL E YUSUF ha vinto la terza edizione del Cinema Invisibile di Lecce grazie alla splendida regia di Claudio Noce e a una sceneggiatura coraggiosa, supportate da una fotografia e un montaggio eccezionali e da interpreti bravissimi.
Ma a vincere è stato tutto il cinema indipendente italiano che continua ad affascinare il pubblico, sempre più curioso e interessato.
Ventisei film, diversissimi tra loro, che hanno illuminato il chiostro dell'Accademia di Belle Arti e la sala DB d'Essai intrattenendo tanti spettatori dal pomeriggio fino a oltre mezzanotte, nonostante la pioggia e le temperature non proprio estive.
Da sottolineare, più che il buon numero di presenze, è la qualità delle considerazioni espresse dagli spettatori dopo ciascuna proiezione, visto che l'obiettivo primario di questo evento è quello di coinvolgere, emozionare e stimolare la riflessione degli appassionati di cinema.
Il premio del pubblico, chiamato a votare non con una semplice crocetta ma attraverso un giudizio critico, è andato ad AMELIA di Chiara Idrusa Scrimieri, mentre le altre segnalazioni della giuria tecnica sono andate a BASETTE per la sceneggiatura, a VIETATO FERMARSI per la fotografia, ad AMELIA per il montaggio, e a Fabrizio Favaloro, interprete di VORREI VIVERE IN UN FILM PORNO, lungometraggio comico che ci si augura possa trovare un pubblico più vasto.
Tra i fuori concorso, si è segnalato il documentario BEDDU NOSTRU SIGNURI di Giuseppe Tùmino, che in poco più di due minuti riesce a raccontare tanta Sicilia.
A divertire e interessare sono stati anche gli interventi degli stessi registi che, ognuno a proprio modo, hanno introdotto la proiezione dei film: giovani italiani sempre in viaggio alla ricerca di storie, i quali, nonostante i riconoscimenti ricevuti, hanno conservato uno spirito indipendente, senza nessuna voglia di costruire film sul tavolino di casa, come dimostrato anche dai diversi interventi avuti nel dibattito del festival e dal bel documentario GLI INVISIBILI, curato da Vito Zagarrio e presentato a Lecce da Francesco Del Grosso, uno dei quattro coregisti.
Persino durante il momento caldo della premiazione gli autori hanno improvvisato gag e scherzi reciproci, in un clima di festa che ha unito siciliani, lombardi, romani e pugliesi sotto l'unica bandiera del cinema italiano.
Le informazioni sui risultati del Festival sono contenute nel sito digilander.libero.it/fioridifuoco.
CONSIDERAZIONI FINALI DEL DIRETTORE ARTISTICO
"Il bilancio della manifestazione non può che basarsi su criteri di contenuto e di interesse generato, visto che dal punto di vista strettamente economico, sapevamo già in partenza che non c'erano margini per recuperare le spese. Abbiamo, comunque, accettato la sfida e siamo ampiamente soddisfatti".
"A perdere la scommessa sono state, invece, ancora una volta le istituzioni che non hanno creduto nel progetto, negando ogni minimo finanziamento a questa iniziativa, e quelle aziende private che hanno preferito sostenere l'ennesima sfilata di miss o le sagre delle trippe e dei maiali.
Ma, più in generale e ancor più a monte, si ha la sensazione che a perdere sia quella parte del sistema cinematografico italiano più economicamente dotata, con i suoi autori e produttori che, nonostante l'evidente situazione di crisi, continuano ad evitare ogni rischio, puntando sempre su prodotti facili, e snobbano il pubblico, preoccupandosi poco dell'uscita in sala dei film prodotti (paradossalmente, e non a caso, il momento distributivo è quello meno economicamente appetibile nell'attuale sistema)".
"La nota più triste venuta fuori da queste giornate è il grosso divario tra cinema indipendente, entusiasmante e ricco di contenuti, ma pieno di autori costretti ad arrangiarsi per campare, e le grosse produzioni, stantie e multimilionarie, comunque sempre pronte a lamentarsi dei milioni di euro che lo Stato non investe nei loro prodotti.
Se qualcuno non se lo ricordasse, le pellicole più importanti del nostro cinema, Ladri di biciclette e dintorni, risalgono a circa sessanta anni orsono e non costarono certo miliardi".
"Un'atmosfera, insomma, che porta inevitabilmente all'individualismo e rischia di coinvolgere anche i nostri autori esordienti, le piccole case di produzione, fino agli esercenti".
"In conclusione, le parole d'ordine per il futuro del cinema italiano sembrano essere "osare" e "fare sistema", mentre per il presente accontentiamoci del verbo "resistere".
Ed è quello che il Cineclub Fiori di Fuoco di Lecce ha inteso e intende fare con il suo festival, piccolissimo ma dalle grandi potenzialità".
(23 Settembre 2008)
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