Neve
Due personaggi che si incontrano in modo totalmente casuale tra la neve dei monti abruzzesi. L’elemento naturale è anche il nome del lungometraggio omonimo, “Neve”, diretto da Stefano Incerti. Il cast composto da Roberto De Francesco, Esther Elisha, Massimiliano Gallo, Antonella Attili e Angela Pagano è gestito in modo intelligente dal regista, che riesce a dare buoni tempi d’attesa. La vicenda è ambientata in un Abruzzo a -15 gradi, una distesa di neve bianca e candida. La storia non è ben chiara, un uomo in station wagon verde corre verso una meta indefinita in un’avventura on the road dai tratti noir. La neve bianca come la droga dello spaccio, letale e sottile. In questo lungometraggio c’è molta libertà con i generi che non si definiscono pienamente spaziando dal thriller, senza assassinio, al romanticismo. I protagonisti di quest’opera rispecchiano la natura lowcost del film: sono goffi e assolutamente normali. Opera molto lenta quella che racconta le vicende di Donato e Nora. La coppia di protagonisti è però poco convincenti e il regista non riesce a valorizzarla pienamente. L’unica cosa italiana del film è il classico criminale improvvisato, ma li il film finisce rapidamente come inizia tingendosi man mano sempre più di un noir straniero, molto scandinavo. Lo sfondo abruzzese e la vita di questo angolo d’Italia serve solamente come cornice a “Neve”, un thriller che si occupa di analizzare nel profondo i personaggi.
Il film sembra quasi un invito all’esaltazione della coltre bianca, vero protagonista nascosto, ma purtroppo a tratti quasi noioso. L’opera è fin troppo scolastica e fallisce nell’intento di cullare dolcemente lo spettatore nella narrazione. Ettore Scola ha definito Stefano Incerti il regista dell’attesa, tutto ciò è nettamente confermato, ma alla fine non è un vantaggio. L’opera è una poesia, un linguaggio però troppo distante dalla realtà e, forse, è troppo ambizioso il tentativo di raccontare le figure perdute. Il film non è molto dialogato, infatti, i protagonisti sono marginali ai confini della loro società. L’opera realizzata dall’autore de “Il vendicatore” e “L’uomo di vetro” guarda oltre il cinema italiano seguendo un suo percorso e puntando molto sulla struttura della sceneggiatura. “Neve” alla fine è un prodotto ben realizzato, in solo 18 giornate di riprese è stato compiuto un piccolo miracolo che attenua i tanti difetti di quest’opera rendendola un piatto comunque appetibile per gli amanti del genere.
La frase:
"Dicono che con i soldi si compra tutto, ma io non ho un cazzo".
a cura di Thomas Cardinali
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