Nessuna qualità agli eroi
Accolto dalla critica con il gelo più totale (né fischi, né applausi), che buon segno non è, il primo film italiano in concorso alla 64esima Mostra del cinema di Venezia faceva parlare già da qualche settimana. Motivo? La scena di nudo integrale, con tanto di erezione, che vede protagonista il lanciatissimo Elio Germano in compagnia della brava (e bella) Mimosa Campironi di Incantesimo.
Un film criptico quello di Paolo Franchi, alla seconda prova dopo La spettatrice. Una storia circolare, che inizia dove finisce (lo studio del medico come un commissariato come il lettino di uno psicologo) lasciando aperte tante vie di interpretazione.
Un uomo, Bruno e un giovane, Luca. Ognuno di loro ha odiato il proprio padre, il primo ne è scappato, il secondo lo ha ucciso. Sterilità e figli nascosti non sono altro che altri elementi che gli autori immettono nel racconto per rimpolpare il tema. Ma non c'è solo questo. E se Luca fosse una proiezione di Bruno? Se tutto fosse un semplice delirio?Certo non è il realismo la cornice in cui si svolgono le azioni dei personaggi. Se scompare una persona per una settimana, la polizia indaga e interroga subito. Se uno ha una fabbrica che sta cercando di evitare la bancarotta, qualche ora, se non in ufficio, ma quantomeno al cellulare, la passa durante la giornata. E così via.
Franchi e i suoi sceneggiatori lavorano per sottrazione, cercando di sintetizzare qualsiasi pensiero o concetto. Ne esce un film oltremodo complesso e artificioso, un esercizio di stile in cui sembra mancare qualsiasi ispirazione e spontaneità, sempre autocompiaciuto nel mostrarsi crudo e sgradevole (dall'utilizzo del sonoro alla cruda fotografia con cui si espongono i corpi dei protagonisti). Che dietro al tutto ci sia intelligenza e ricerca è innegabile, ma quel gioco delle interpretazioni che si pretende dallo spettatore non porta a nessuna riflessione profonda, non colpisce rimanendo fine a sé stesso, e cioè, come già detto, un gioco. Se si ha la pazienza (molta) di ragionarci sopra molto si riesce a spiegare, anche se davvero risulta semplice carne messa al fuoco il furto subito dalla moglie di Bruno e i tanti bacini e scuse sussurrate di Luca dopo aver messo violentemente la mano in bocca alla propria ragazza. Davvero c'è da interpretare in maniera simbolica anche questo?
Rimane l'ennesima ottima interpretazione di Elio Germano che, a cuor leggero, ha dichiaro in conferenza stampa di come per lui l'esperienza fatta con"Nessuna qualità agli eroi" sia stata più importante per quello che gli ha dato durante la preparazione al personaggio di Luca che per ciò che poi ne è uscito fuori. Frase mal formulata o parziale ammissione di colpa?

Curiosità: "Il titolo si riferisce alla scena finale e alla scelta di Bruno di….(non vogliamo rovinare la sorpresa a chi non ha visto il film). Lui lo fa per sé stesso, non per altri. Nessuna qualità, dunque, a chi appare eroe, ma si muove in realtà solo per sé stesso.".

La frase: "L'impulso che mi sollecita a costruire è lo stesso che mi ispira a distruggere".

Andrea D'Addio

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