FilmUP - Recensione: Natural City

Natural City
Siamo nel 2080 (l'anno lo apprendiamo dal pressbook), in quella che una volta era Seul (anche questa nozione la apprendiamo dal pressbook). Un poliziotto (R) facente parte di una squadra speciale che ha come compito di eliminare i cloni diventati pericolosi si innamora, ahilui, di un clone, anzi, di una clonessa (Ria) che sta per finire il suo tempo di vita. Per salvarla dall'imminente spegnimento cerca di trasferirne i neuroni, grazie all'aiuto di un sedicente scienziato, nel corpo di una giovane prostituta (Cyon) in carne ed ossa che vive, respira e morirà quando Iddio lo vorrà. Ma l'impresa si complica quando un clone ribelle (Cyper) tenta di entrare nell'edificio della Neucom, la Compagnia produttrice dei cloni. Il tutto si conclude drammaticamente tra un po' di arti marziali (sembra proprio che non se ne possa più fare a meno) ed un romanticismo tutto oriental-postmoderno, stucchevole come una meringa intinta nel miele...

L'unico modo di non accusare di plagio questo film è quello di consideralo un esplicito omaggio a "Blade runner", una sorta di falso d'autore di cui la mistificazione è resa manifesta e palese. Francamente, un omaggio di cui noi, estimatori incondizionati del capolavoro di Ridley Scott, avremmo fatto volentieri a meno.

Dov'è la tensione spirituale ? Dove l'urgenza filosofica espressa dal personaggio nato dalla penna di P.K. Dick?

Certo non nelle vicende raccontate da una sceneggiatura che si impappina inceppandosi in nodi narrativi dai quali non riesce ad uscire se non con scelte incoerenti o assolutamente improbabili e che neanche l'impalpabile nuvola di un misticismo orientale new age riesce a giustificare.
Certo non nello sguardo fisso come Budda marmorei dei personaggi che si muovono come spettri in uno scenario post apocalisse scimmiottando modi e atteggiamenti già visti e già apprezzati. Certo non nei loro dialoghi infantili e semplici da cartone animato del primo pomeriggio di una rete commerciale.

Il sottotitolo recita: "Finisce l'era di Blade Runner, inizia il mito di Natural City". Attendiamo con ansia il ritorno di Rick Deckard...

Daniele Sesti

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