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Natale in crociera
All’interno di una casa invasa di animali come quella di Biancaneve, la prima che vediamo in scena è Michelle Hunziker, la quale, dopo una serie di scontri-incidenti con Fabio De Luigi, scapolo incallito e piuttosto misantropo autore del libro “Single è bello”, finisce per scoprire che entrambi dovranno fare da testimoni ai futuri sposi Alessia Mancini e Maurizio Aiello, il cui matrimonio si celebrerà su una splendida nave da crociera in rotta verso i Caraibi.
Stessa nave su cui, ovviamente, si ritrova anche l’immancabile Christian De Sica, affermato medico che, dietro l’impegno di accompagnare in vacanza il depresso cognato napoletano Alessandro Siani, piantato dalla fidanzata, nasconde in realtà l’opportunità di dedicarsi indisturbato alla sua giovane e bellissima amante Aida Yespica, lontano dalla moglie Nancy Brilli.
Con abbondanza di volti televisivi ed apparizioni dell’ottimo Luis Molteni e del veterano del nostro cinema di genere George Hilton, si sviluppa quindi su due binari paralleli il primo cinepanettone Filmauro sull’acqua: da un lato viene sfruttata la notevole verve fisico-verbale del mattatore natalizio De Sica, impegnato a regalarci l’ennesimo personaggio fedigrafo ma simpaticamente cinico che tanto ricorda quelli portati sullo schermo dai mitici Alberto Sordi e Vittorio Gassman, dall’altro, tra puzzole, maialini ed automobile a forma di cane come quella dei protagonisti di “Scemo e più scemo”, si strizza l’occhio al pubblico dei giovanissimi, attraverso una certa comicità da cartoon che emerge dalle varie situazioni in cui troviamo coinvolta l’accoppiata Hunziker-De Luigi.
E la famigerata dose di parolacce risulta più limitata del solito, o almeno usata in maniera tale da non apparire fastidiosamente volgare, mentre l’ironia partenopea di Siani sembra spalleggiare positivamente il figlio di Mr “Ladri di biciclette”, che, dopo l’inaspettato abbandono di Boldi, avevamo avuto modo di vedere affiancato da un non convincente Massimo Ghini.
Il resto lo fanno le gag e gli equivoci su cui viene abilmente costruito lo script, orfano del solitamente coinvolto Marco Martani (troppo impegnato nella realizzazione del suo “Cemento armato”?), che lascia l’inseparabile compagno di scrittura Fausto Brizzi insieme allo stesso regista Neri Parenti, Alessandro Bencivenni e Domenico Saverni, già co-sceneggiatori del precedente, deludente “Natale a New York”, del 2006.
Fortunatamente, invece, pur senza acuti, in questo caso ci troviamo dinanzi ad uno dei più godibili e ritmati capitoli della saga De Laurentiis, per merito anche di risvolti meno prevedibili del solito.
La frase: "Single bell, single bell, single…troppo bell!".
Francesco Lomuscio
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