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My Son, My Son, What Have Ye Done
Ricorda non poco un momento di "Pulp fiction" la sequenza di apertura, con Willem Dafoe ("Antichrist") e Michael Peña ("World Trade Center") nei panni di due agenti della Omicidi di San Diego inviati davanti all’abitazione in cui il giovane Brad, interpretato da Michael Shannon ("Onora il padre e la madre"), si è rinchiuso con due ostaggi.
E, successivamente, torna in mente Quentin Tarantino anche in alcuni dialoghi tanto poco eleganti quanto divertenti sfoggiati dal mitico Brad Dourif ("Bambola assassina"), che incarna lo zio del ragazzo.
Dietro la macchina da presa, però, non abbiamo l’enfant terrible di Hollywood autore dei due "Kill Bill" e di "Bastardi senza gloria", bensì un altro riconosciuto maestro della Settima arte che corrisponde al nome del tedesco Werner Herzog, il quale, sotto la produzione esecutiva del visionario David "Mulholland drive" Lynch, prende ispirazione da un fatto realmente accaduto per raccontare una drammatica vicenda al cui interno si avverte non poco la sensazione di allegoria relativa all’eterna confusione tra finzione dello spettacolo e tragica realtà.
Immersi in una struttura narrativa continuamente alternata tra presente e flashback, infatti, scopriamo in maniera progressiva che, prima di dare forma al tutt’altro che rassicurante atto di follia, Brad si stava dedicando alla messa in scena del dramma greco di Oreste insieme alla fidanzata e all’amico Lee Meyers, rispettivamente con i volti di Chloë Sevigny ("Zodiac") e Udo Kier ("Halloween-The beginning").
Quindi, senza dimenticare un pizzico di indispensabile ironia, è attraverso l’emersione dei rapporti che intratteneva con loro e tramite i racconti dei vicini di casa che emergono i diversi dettagli utili a svelare tassello dopo tassello la motivazione del gesto.
Fino alla conclusione di circa 93 minuti di visione sicuramente coinvolgenti e sostenuti da un cast azzeccato, ma che, sebbene portino la firma dell’autore di "Aguirre, furore di Dio" e "L’enigma di Kaspar Hauser", non possiamo certo definire eccezionali.
La frase:
- "Di cosa trattava la tragedia?"
- "Di un figlio che uccide la propria madre"
Francesco Lomuscio
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