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My Name is Tanino
Corri Tanino, Corri. Fuggi, Tanino, da Castelluzzo, in Sicilia, un paese arroccato sul mare con le basse case bianche dove non c'è cosa più terribile che trascorrerci un sabato pomeriggio di Inverno. Corri Tanino, scappa, con quel sorriso che non abbandona mai la tua bocca che dentista mai ha visto, da un marito tradito che prende la mira su di te con un fucile automatico ed il mirino. Fuggi Tanino, corri, corri, scappa da quegli italo-americani da barzelletta che mentre con una mano ti salutano con l'altra stringono il cappio attorno alla tua gola. Fuggi, fuggi, fuggi. C'è una maledetta cicciona, ricca e figlia di potenti, che ti insegue. Ma quanto è brutta ??? Quanta è dura la via per il successo ? Quanto è amaro questo sogno americano, quanto ruvida la polvere di quelle stelle ?? Ma nulla è così duro per te, abituato a cavartela da solo da sempre, nulla è troppo brutto se hai trovato il tuo Chinawsky in un cinema di Manhattan, se gli hai pagato una cena, se hai dormito a casa sua. Nulla è troppo insopportabile, neanche scoprire chi ti ha ucciso tuo padre, nemmeno sapere che l'assassino che ha deciso come sarà la tua vita è vivo e vegeto ed anzi prospera con tutta la sua numerosa obesa e chiassosa famiglia.
"Chi vivrà, vedrà". Questa è la filosofia dei Tanino, Gaetano Ammendola da Castelluzzo, Ragusa.
Chi vivrà, vedrà questo film di Paolo Virzì presentato fuori concorso alla 59° Mostra del Cinema di Venezia. Un film divertente e molto piacevole, girato dal regista toscano con una mano viva e creativa. Forte di una sceneggiatura originale e ricca di espedienti scenici, scritta da Virzì in collaborazione con Francesco Bruni e Francesco Piccolo, il film, traccia, ricalcando le orme del precedente "Ovosodo" , il ritratto di un ragazzo di provincia di venti anni, che da grande vuol fare il "film maker", innamorato dell'America e dei suoi miti, pur riconoscendo, come gli insegna l'amico Giuseppe, il truce "imperialismo economico". Ma il richiamo dell'America è più forte e, come molti anni prima tanti dei suoi concittadini, partì alla volta del nuovo continente in cerca di fortuna. In borsa, però, non ha poveri vestiari e quadri della Madonna, ma una videocamera e un elegante edizione de "Alla ricerca del tempo perduto" di Proust.
Diamo atto a Virzì di aver realizzato veramente un bel film. Il regista mostra di aver raggiunto un ottimo livello anche dal punta di visto tecnico, regalandoci belle immagini come quelle iniziali di una magica New York notturna (ricordano quelle del logo della Miramax, sarà un caso...) e riprese movimentate con tagli delle inquadrature che sostengono il ritmo della narrazione. Ottima anche la scelta dell'attore principale ricaduta su Corrado Fortuna casualmente presentato al regista dal fratello Carlo - autore delle musiche assieme algruppo degli Snaporaz. Il giovane attore palermitano mostra di avere delle doti innate per la recitazione ed una tenera e commovente naturalezza.
Le uniche perplessità che nutriamo rispetto a questo film è se effettivamente, nel 2002, esistono in Italia dei Tanino, ossia dei ragazzi di media alta cultura (leggono Proust ed usano Internet) che in un viaggio in America si fanno così sopraffare dagli eventi. Non sappiamo rispondere a questa domanda, ma, in fondo, una risposta non vogliamo. Meglio che il mondo sia pieno di Tanino, sarà un mondo più semplice e più divertente.
Das
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