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Monster man
Con due anni di ritardo, approda nelle sale cinematografiche italiane, grazie alla Sharada Film, Monster man, splatter-trash scritto e diretto nel 2003 da quel Michael Davis cui dobbiamo, tra l'altro, l'esilarante 100 ragazze (2000). La tipica ambientazione rurale americana alla Non aprite quella porta (1974), insospettabile covo e nascondiglio del male, oltre che sinonimo di emarginazione, fa da sfondo all'allucinante vicenda dei giovani Adam (Eric Jungmann) e Harley (Justin Urich), i quali, in viaggio in automobile per andare ad un matrimonio, si ritrovano improvvisamente inseguiti da un enorme monster truck arrugginito, il cui conducente risulta ignoto, che, probabilmente invidioso del mostruoso collega di Jeepers creepers-Il canto del diavolo (titolo che in più di un'occasione viene citato con il passare dei minuti), tenta di spingerli fuori strada. I due, a cui si aggiungerà anche la bella e misteriosa autostoppista Sarah (Aimee Brooks), dopo aver appreso dai notiziari televisivi che qualcuno sta attuando dei rituali tranquillamente definibili come satanici, prima scoprono un paese abitato da persone orrendamente mutilate, poi si trovano faccia a faccia con il pericoloso padrone dell'automezzo, spaventoso essere a metà strada tra il vampiro del kinghiano The night flier (1997) e gli energumeni di Wrong turn (2003).
Supportato dagli eccellenti e sanguinosi effetti speciali di trucco di Todd Masters, già apprezzato in pellicole come Nightmare 5-Il mito (1989) e Scary movie 3-Una risata vi seppellirà (2003), Davis, con vaghi riferimenti anche al poco conosciuto Mad Jake di Tucker Johnston, mostra di avere una certa padronanza della macchina da presa sia quando dirige le sequenze di tensione che quelle di violenza, con abbondanti spargimenti di liquido rosso, riuscendo perfino a strappare qualche brivido. Purtroppo, però, sembra non volerne sapere di rinunciare al suo passato al servizio di commedie scolastiche alla Porky's, infatti infarcisce il lungometraggio con lunghe parentesi ironiche talmente ilari da non riuscire mai a fondersi con l'inquietante trama. Al termine della visione si ha tutta l'impressione di avere assistito a due film nettamente diversi, una commedia ed un horror, anche se il risultato finale non è poi così malvagio e la presenza di alcune situazioni grottesche e fuori di testa, decisamente indirizzate verso uno stomachevole ma divertente trash, ne fanno un'operina che verrà con ogni probabilità apprezzata da chi ama i b-movies e lo splatter in generale.
La frase: "Con me ha finito, è di carne fresca che ha bisogno, carne fresca come voi!"
Francesco Lomuscio
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