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Mongol
La figura di Gengis Khan in occidente ha una connotazione molto precisa. Dalle testimonianze e dari resoconti della nostra zona del globo, il padre della nazione mongola emerge come un conquistatore sanguinario e spietato e come un violento assimilatore e distruttore di culture diverse da quella materna. Ancora nel novecento nell'Europa centro-orientale era ricordata con orrore l'invasione di questi popoli rappresentati come locuste animate da un insaziabile appetito di distruzione. Naturalmente è ben diversa la prospettiva mongola, secondo la quale il Khan per eccellenza è colui che ha dato unità alle disperse tribù ponendo così le basi per la nascita di uno stato moderno.
Mongol è quindi un film epico nello svolgimento che rivaluta la figura Gengis Khan, al secolo Temujin, secondo quest'ottica patriottica, concentrando il proprio racconto sull'infanzia del creatore di uno dei più grandi imperi mai esistiti e proseguendo a tratti in maniera molto sommaria a descriverne l'ascesa al potere. Come la moda sui film biografici ormai detta viene privilegiata la parte privata della vita di questo protagonista della storia, soffermandosi sugli aspetti più dolorosi e difficili, quasi a sottolineare la tenacia di chi, partito con nulla ha ottenuto successi clamorosi. Grande risalto viene dato alla relazione tra Temujin e sua moglie Borte, per la verità la moglie principale, alla cui discendenza è conferita dignità dinastica. Borte viene descritta come una donna di bellezza ed energia straordinaria e viene sottolineato il suo ruolo chiave nella vita del marito. Del resto si sa, dietro ad ogni grande uomo c'è una grande donna, verità assodata anche nel XII secolo. Altra figura importante è Jamulka, prima fratello e poi avversario ambizioso.
Questa pellicola descrive avvenimenti che possono sembrare semplici ai nostri occhi contemporanei ma che in realtà erano estremamente complessi. Bisogna ricordare che tutte le compagini statuali che si sono sviluppate in quell'epoca sono presenti fino ai giorni nostri, mentre le altre, deboli e divise, sono scomparse dalla storia. Tuttavia Mongol ha un andamento molto lineare, non privo di elementi fiabeschi e leggendari, come si conviene a qualunque mito di fondazione (presente dietro alla nascita di qualunque stato). Non prive di fascino le sequenze di combattimento, in cui viene mostrata la maestria tattica del Khan dinanzi a forze numericamente superiori.
La frase: ""Non puoi cuocere due teste di montone in una sola pentola"".
Mauro Corso
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