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Momo alla conquista del tempo
Non si sa bene da dove arrivi ma in città c'è una misteriosa bambina di nome Momo. Indossa un cappotto di qualche taglia più grande e ascolta chiunque voglia raccontarle qualcosa: il suo silenzio e la sua attenzione provocano nei suoi interlocutori una reazione magica che li spinge ad essere sinceri. Trovata una sistemazione tra le rovine di un anfiteatro antico e stretto amicizia con un gruppo di bambini e con Beppo, l'anziano netturbino della città, la dolce e timida Momo scopre l'esistenza dei Signori Grigi, diabolici esseri che rubano il tempo agli uomini. La bambina cerca di contrastarli ma sono troppo forti e gli uomini che vuole aiutare troppo deboli. Al motto "Chi ha tempo non perda tempo" i Signori Grigi si appropriano velocemente della città che trasformano in una metropoli frenetica ed impersonale.
Solamente l'Amministratore del Tempo, Mastro Hora, sarà in grado di portare aiuto alla piccola Momo che riuscirà a sgominare quel gruppo di fumosi personaggi e restituire agli uomini la voglia di "perdere tempo".
Il regista, autore e musicista napoletano Enzo D'Alò dopo il grande successo de "La freccia azzurra", da Gianni Rodari, e "La gabbianella e il gatto", da Luis Sepulveda, prosegue la sua avventura nel mondo dei disegni animati e della letteratura per ragazzi (ma adatta anche agli adulti) e scommette sulla storia di "Momo" tratta dal libro di Michael Ende. Con i personaggi di Walter Cavazzutti e le bellissime musiche di Gianna Nannini, D'Alò dimostra una volta ancora che nonostante l'imperante tecnologia digitale di "cartoons" come "Shrek", si può far sognare i bambini e gli adulti, con le tecniche tradizionali. Il disegno semplice, lineare e il più delle volte bidimensionale è oramai diventato il marchio di fabbrica dell'animazione italiana.
La storia di Momo, pur carica di metafore, conserva la leggerezza e il divertimento delle favole; emozione e commozione si susseguono in una impercettibile ritmica che ha il pregio di non allentare mai l'attenzione degli adulti e la partecipazione dei bambini.
Come per i due precedenti lungometraggi anche in "Momo" la musica ha un ruolo fondamentale: non è semplicemente commento o descrizione, ma compenetrazione emotiva. Come Paolo Conte e David Rhodes prima di lei, anche la Nannini è riuscita a creare magnifiche canzoni che si fondono magistralmente alle immagini del film e alle emozioni del pubblico.
Valeria Chiari
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