Mi rifaccio vivo
Come molti suoi colleghi attori, anche Sergio Rubini si cimenta nella regia, nella direzione di altri interpreti e di sé stesso. "La stazione" è il suo primo lavoro dietro la macchina da presa ed è stato molto apprezzato, vincendo svariati premi. Rubini ha poi diretto alcune opere teatrali scritte da Umberto Marino, che è anche l’autore della sceneggiatura di "Mi rifaccio vivo", ultimo film dell’attore/autore.
Biagio Bianchetti (Pasquale "Lillo" Petrolo) è un imprenditore che, in seguito alla crisi ma soprattutto per colpa del suo acerrimo nemico – e rivale dai tempi della scuola – Ottone di Valerio (Neri Marcorè), si indebita fino al collo con le banche e decide di suicidarsi gettandosi in un lago con un enorme sasso legato al collo.
Una volta nell’aldilà però, Biagio scopre che può avere un’ulteriore settimana di vita per poter dimostrare di essere un brav’uomo (nonostante il fatto che si sia tolto la vita): potrà anche vivere nel corpo di un altro, un uomo a sua scelta. Il protagonista veste allora i panni del braccio destro di Ottone, Dennis Rufino (Emilio Solfrizzi), allo scopo di rovinare i suoi affari.
L’attività di Rubini alla regia è ormai rodata e la sua competenza si nota in questo ultimo film: ha intuito e sa risolvere bene molte gag della sceneggiatura che altrimenti non sarebbero risultate così divertenti. In generale, la sua regia serve molto bene la trama e la scrittura e la rende attiva e interessante. Un buon lavoro di montaggio completa la resa visiva di questa commedia che si presenta ben riuscita, anche se poco brillante: alcuni brani della sceneggiatura sono molto divertenti ma altrettanto rari; nel complesso la qualità della scrittura non può dirsi bassa, anche se non mancano battute e gag scontate o già viste.
Molto buona la qualità della recitazione, sia degli interpreti principali che delle comparse o degli attori secondari. Niente da dire quindi a Incontrada, Buy o allo stesso Rubini. Pessima – e poco credibile – invece, la resa di Valentina Cervi nei panni dell’analista di Ottone.
Marcorè ci offre un’interpretazione esilarante: il suo personaggio è grottesco e strambo, impossibile non affezionarsi a lui fin da subito. Con la sua controparte Dennis/Biagio, anima scene molto divertenti che ci intrattengono con una comicità genuina e piacevole.
Insomma, niente di nuovo nel panorama della commedia o in generale del cinema italiano, ma "Mi rifaccio vivo" ha il pregio di presentarsi come un buon film, umile e senza troppe pretese.
La frase:
"Sono un imprenditore serio, non ho soldi, ho solo debiti".
a cura di Fabiola Fortuna
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