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Mio papà











Il regista Giulio Base torna al cinema con un nuovo lungometraggio: “Mio papà”. Con occhio attento e con tocco delicato descrive un fenomeno sempre più diffuso nella società moderna, il difficile rapporto fra genitori e figli “acquisiti”. Sempre più spesso, infatti, gli adulti si trovano a dover intrecciare una relazione familiare con i bambini che il loro compagno o compagna ha avuto da una precedente relazione o matrimonio. Ad affrontare questa situazione è il giovane Lorenzo, interpretato da un bravissimo Giorgio Pasotti, che lavora come sommozzatore su una piattaforma petrolifera nel Mediterraneo. Quando si annoia prende il gommone e va in uno dei tanti locali della terra ferma in cerca di avventure, passando da una donna all’altra senza legarsi più di tanto, finché una sera il suo sguardo, come sempre accade nei film, incontra quello di Claudia. La passione si accende e finiscono a casa di lei, durante la notte però Lorenzo si incontra/scontra con Matteo, il figlio di Claudia. Lorenzo è sconvolto e, pur interessato a Claudia, non vuole avere nulla a che fare con suo figlio di sei anni. Claudia però è irremovibile: “Se prendi me, prendi tutto” (ovviamente anche il piccolo Matteo). Nonostante le enormi difficoltà, lentamente Lorenzo riesce a conquistare l’affetto del bambino, grazie ad un “provvidenziale” viaggio di lavoro di Claudia, che obbliga i due a passare insieme, soli soletti, alcuni giorni. La sua vita cambia e anche il suo carattere, “si ammorbidisce” e mano a mano che i mesi passano l’amore con Claudia si rafforza, e per Matteo lui diventa: Papà. Tutto sembra meraviglioso, ma all’improvviso...
La commedia familiare dai toni romantici e agrodolci improvvisamente si tinge dei colori del dramma ed è qui che il regista mostra il meglio di sé. Con poche sequenze il regista riesce a catturare i sentimenti dei suoi personaggi, il dolore che li colpisce, ma lo fa con tenerezza. Il ritmo narrativo si rallenta, seppur ormai alle battute finali, per chiudersi nella magnifica scena finale, che rappresenta il “cuore del film”.
Il film presentato al Festival Internazionale di Roma, nella sezione “Alice nella città” - Fuori concorso nasce da una conversazione che il regista Giulio Base ha avuto con lo stesso Pasotti sul treno, che gli ha raccontato uno spezzone della propria vita ed è per questo che Pasotti, al di là della sua indiscutibile bravura, raggiunge qui un livello interpretativo decisamente superiore. Il suo vissuto costituisce la base su cui sviluppare il personaggio di Lorenzo, supportato anche dall’ottima interpretazione del piccolo Niccolò Calvagna. Accanto a loro Donatella Finocchiaro e i bravissimi Fabio Troiano e Ninetto Davoli.

a cura di Federica Di Bartolo

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