Minuscule - La valle delle formiche perdute
Animazione particolare quella mostrata da “Minuscle” per l’inserimento di elementi di grafica all’interno di uno sfondo assolutamente reale. Il film d’animazione può contare sulla produzione franco-belga della Futurikon Films e la distribuzione da Academy Two. La storia purtroppo è veramente molto banale e povera di colpi di scena, e anche la scena di non costruire dei dialoghi ma affidarsi a piccoli versi per farli immaginare può essere carina in un cartone come “Pingu”, storico show del piccolo schermo, ma non in un lungometraggio di questo tipo. La natura e la fotografia sono il fiore all’occhiello di un vestito scialbo, che basa la sua ossatura narrativa sulla guerra per i resti di un pic-nic tra formiche rosse e nere, con l’inserimento di una dolce coccinella che si schiera dalla parte di queste ultime. Alcune sequenze sono liberamente ispirate a opere passate come “Bug’s Life”, ma quello che sorprende maggiormente sono altri riferimenti: evidente come la regina delle formiche rosse dalla cima della sua torre sia una novella “Saruman” sulla torre di Isengaard e la grande battaglia è soltanto la caricatura di quella combattuta da Aragorn sotto le mura di Minas Tirith.
Il progetto iniziale di “Minuscle” era quello di una serie tv e di alcuni cortometraggi, poi l’idea di questo lungometraggio che delude largamente non arrivando mai ad appassionare lo spettatore, anzi tende su di lui una tela di ragno magica come la coperta di Morfeo arrivando a fatica alla fine del film. Probabilmente il pubblico dei più piccoli potrà apprezzare quest’opera, ma il target d’età è così basso da non permettere la comprensione dello sforzo produttivo messo in atto. L’assenza di umanità totale nei movimenti facciali e nel disegno dei personaggi è un’arma a doppio taglio che non convince pienamente: perché tentare un’opera documentaristica di questo tipo e farla passare per un lungometraggio di distribuzione in sala? La critica internazionale lo ha lodato riconoscendone soprattutto i pregi, ma purtroppo a farla da padrone in questo film sono i difetti di sceneggiatura e sono la cosa più grade dell’intero prodotto. Quelle che potrebbero essere gag divertenti sono più banali e assolutamente prevedibili, il finale è la parte più interessante da questo punto di vista. L’opera resta comunque tecnicamente molto valida, basti pensare alla colonna sonora firmata dagli stessi studios di Londra già fabbrica delle melodie di "Harry Potter", ma purtroppo siamo davanti a un prodotto non convenzionale per il nostro paese e le buone idee spesso non sono sufficienti.
a cura di Thomas Cardinali
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