Metamorfosi
Metamorfosi. Basta il titolo per capire che si tratta di un qualcosa di difficile da spiegare, un percorso interiore che porta verso una nuova vita. Ed è proprio questo il senso del docu-film scritto e diretto da Jacopo Giacomini e Roberto Gentile.
Il progetto, che segna il loro esordio sul grande schermo, è incentrato sul percorso di consapevolezza interiore portato avanti da Fabrizio Corona e dal regista Giacomini. I due, infatti, si sono conosciuti nel 2011 per motivi di lavoro e, nel tempo, hanno consolidato il loro rapporto di amicizia. In quel periodo, il regista stava lavorando su sé stesso attraverso un percorso di consapevolezza e di crescita personale. Vedendo che Fabrizio aveva le sue stesse perplessità e ansie, ha pensato bene di proporre anche a lui questa esperienza, ricca di iniziative insolite e stravaganti (l’artista di strada ad esempio).
Aiutato da psicologi, psicoterapeuti, trainer di crescita personale e maestri di vita, “Fabrizio Corona dovrà fare i conti con il suo Io, scendendo nel proprio inferno di lavoro, affari e vizi”.
La pellicola è stata realizzata durante il periodo antecedente l’arresto di Fabrizio, al tempo indagato nello scandalo denominato "Vallettopoli" per estorsioni ai danni di diversi personaggi del mondo dello spettacolo e dello sport. La Corte suprema di cassazione, per questo motivo, il 18 gennaio 2013 lo ha condannato a 13 anni e 2 mesi di reclusione. Ora Corona è in affidamento presso la comunità Exodus di Don Mazzi.
Devo dire che, se inizialmente pensavo mi avrebbe deluso, in realtà il progetto è stato molto interessante, inaspettato. Da un documentario, solitamente, ci aspettiamo scene pesanti, momenti di noia. Non è questo il caso.
Il documentario, per tutta la sua durata, ha mantenuto un ritmo incalzante. Si passa da una scena all’altra con un vero e proprio stacco di inquadratura, che porta a chiedersi: e adesso? Una scelta registica molto innovativa, ma anche pericolosa, che i due registi hanno saputo sfruttare al meglio. Si sentiva la pressione dell’attesa, quella di vedere cosa sarebbe successo subito dopo e come il protagonista avrebbe reagito all’iniziativa successiva.
Fabrizio Corona sembra essere molto scettico inizialmente, ma poi si lascia trasportare in queste ‘imprese’, come il ballo e il rilassamento profondo con la respirazione dal suo amico-mentore Jacopo.
L’ex re dei paparazzi svela un altro lato di sé al grande pubblico, uno più intimo e inedito: dall’intenso rapporto che ha con la madre all’esigenza di avere tutto sotto controllo e ordinato in ufficio (qui si vede quanto per lui l’ordine conti. Sarebbe disposto a buttare al vento un’amicizia pur di non vedere un foglio piegato in due), dall’ammissione della sua fragilità interiore alla credenza di essere fondamentalmente sbagliato. Eppure lui ci ha provato, ha voluto cambiare se stesso per sé e per suo figlio Carlos.
Dal progetto, infatti, traspare la voglia che Fabrizio Corona ha di mettersi in gioco (chi si sognerebbe mai di urlare ai quattro venti o di fingersi un pagliaccio per strada?) e, stando a quanto dichiarato dal regista Giacomini nel corso della conferenza stampa, il fotografo sembra essere sulla buona strada verso una maggiore consapevolezza interiore.
Il documentario uscirà nelle sale cinematografiche italiane il 10 settembre 2015.
La frase:
"Fondamentalmente sono sbagliato".
a cura di Rosanna Donato
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