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Marathon
La maratona di cui si parla è quella di Gretchen, una ragazza di New York. La maratona consiste nel battere il suo record personale nel risolvere cruciverba nell'arco di 24 ore. Deve risolverne 78 in un giorno e per tentare l'impresa sceglie come campo di battaglia la metropolitana di New York, con il suo insistente sferragliare, il caotico dondolarsi dei vagoni, le sue luci al neon, le sue anime nere che sembrano prolificare in quei tunnel oscuri.
"Marathon" è l'ultimo opera del regista iraniano Amir Naderi trasferitosi - come dice lui "non per motivi politici ma per una scommessa personale" - in America sin dal 1986. Il film assieme a "Manhattan in cifre" (1993) e "A.B.C. Manhattan" (1997) fa parte di una trilogia che Naderi ha dedicato a New York e della quale "Marathon" costituisce il completamento.
Girato in bianco e nero, dapprima con una cinepresa Super16 millimetri ed infine con una videocamera, il film è un viaggio all'interno di New York, nelle sue viscere potremmo dire, ma anche un ritratto di Gretchen e della sua tenacia e ostinazione nel compiere l'impresa prefissasi. Il film è praticamente privo di dialoghi, a parte qualche scambio di battute con qualche avventore della metropolitana o i lunghi messaggi lasciati sulla segreteria di Gretchen dalla madre che un tempo aveva già stabilito un proprio personale record risolvendo ben 87 cruciverba. Messaggi prodighi di consigli per la figlia circa le strategie da adottare riguardo al record da battere.
Film dagli intenti mirabili - descrivere l'estraniazione di una ragazza dal resto della società che la circonda (cosa che avviene letteralmente sui vagoni del metrò) come tentativo estremo di non omologazione - ma che alla lunga da una parte stordisce lo spettatore con l'assordante rumore dei treni in corsa, dall'altra lo annoia mortalmente con la continua ed unica visione di scene in cui si riprende la tenace Gretchen alla presa con le parole crociate. Anche le scene finali in cui Gretchen, ormai a casa, in lotta con il tempo, cerca di concludere gli ultimi cruciverba non danno tregua. Infatti la ragazza, per ritrovare la concentrazione, mette nel registratore una cassetta con i rumori della metropolitana. Una vera e propria delusione per chi pensava di far riposare per un attimo le orecchie.
In definitiva, "Marathon" è un film pesante e noioso. Tra i film dedicati alla Grande Mela, francamente, abbiamo visto di meglio.
Daniele Sesti
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