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Mademoiselle
In uno squallido caffè lungo una strada di periferia, in una piovigginosa mattina, davanti ad una cappuccino e ad una spremuta, con il sottofondo di una ridicola canzonetta francese, scolorisce, come un acquerello sotto la pioggia, un amore nato per caso, all'ombra di un faro giocattolo e sui sedili consunti di una vecchia Rover che fu, addirittura, di proprietà di Churchill.
A volte, la differenza tra un film discreto e un buon film la fanno i particolari, i dettagli apparentemente insignificanti, quelle scene a prima vista avulse dal contesto generale ma che in fondo risultano invece importanti più di un dialogo significativo o di una ripresa esplicativa.
Questo piccolo film di Philippe Lioret, il primo uscito in Italia, ne costituisce una prova.
La storia d'amore tra Clair (Sandrine Bonnaire , "Senza tetto né legge") e Pierre (Jacques Gamblin, " Ci sono dei giorni … e delle lune") passa attraverso episodi ed accadimenti apparentemente casuali ma che conducono, senza freni o remore, l'una verso l'altro. La dimenticanza di un oggetto, una festa di matrimonio di sconosciuti, un giro in motorino in piena notte, sembrano sorti per caso, eventi slegati di un destino monello. Ad unirli, invece, a ricomporli come tessere di un domino durato ventiquattr'ore, ci si accorge degli invisibili legami che tiene ogni pezzo intimamente legato l'uno all'altro.
"Tutte le belle storie devono avere una fine". Per raggiungere questo obiettivo, però, è necessario saper improvvisare, liberandosi dai legacci della realtà che ci tiene piantati al quotidiano. Improvvisare significa cogliere l'attimo, breve ed intenso come può esserlo una storia d'amore che inizia la mattina e si conclude all'alba del giorno dopo, senza vittime né spargimenti di sangue. Improvvisare significa entrare in un motel senza pensarci su, significa uscire dalla porta principale di un bar al momento giusto, senza guardarsi indietro.
In un piccolo film di 85 minuti si possono cogliere queste cose quando a raccontarle è un regista che si muove, tra le vie di una sceneggiatura solida ed equilibrata, con una mano leggera e divertita. Quando dirige degli ottimi attori ai quali non mancano le corde della drammaticità e i toni della commedia. Fra questi segnaliamo oltre ai due protagonisti anche le prove di Zinedien Soualen e di Isabelle Candelier nella parte dei colleghi della compagnia teatrale di cui Pierre fa parte.
Un film francese d.o.c.. Dall'inizio alla fine.
Das
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