Lezioni di volo
Francesca Archibugi torna dopo sei anni ai temi che le sono più cari: i giovani, i loro contrasti con i genitori, i riti di passaggio, la ricerca di un qualche valore su cui fondare la propria personalità. In questo caso i due amici, Pollo e Curry, cercano una via di fuga alla loro vita, troppo vuota e passiva, andando in India, non tanto a cercare quella spiritualità che affascina tanti occidentali, ma inventano che Curry (un ragazzo indiano adottato) è in crisi di identità e ha bisogno di tornare alla sua terra d'origine per scoprire le sue radici. Il viaggio iniziato tra hotel di lusso e sguardo distaccato, viene stravolto dal furto di tutti i loro averi documenti compresi. L'incontro con Chiara, assistente sanitaria di un'organizzazione internazionale, segnerà l'inizio di un nuovo viaggio che li porterà a spiccare il volo verso l'età adulta.

Il film descrive alla perfezione la passività e l'apatia dei due adolescenti, il loro "ammazzare il tempo" in attesa di qualcosa, è narrato con sensibilità e partecipazione, ma la pellicola nel suo complesso non convince.
Una delle parti meno riuscite è il racconto del legame che si crea tra Pollo e Chiara. Il loro rapporto viene risolto in modo troppo precipitoso e superficiale, non fa capire come una donna come Chiara, indipendente, forte e impegnata, possa essere attratta da uno smidollato come Pollo, un ragazzetto che fa quasi fatica a parlare.
La crescita emotiva di Curry è narrata, invece, in modo molto più coinvolgente. La sua presa di coscienza matura lentamente e viene raccontata con delicatezza, merito del modo in cui l'Archibugi ci mostra l'India, senza folklorismi, né pateticità e alla buona prova di Tom Karumathy.
La parte relativa ai genitori rimasti a Roma, risulta bozzettistica, piena di stereotipi, assolutamente gratuita, poi, la morte di uno di loro, non aggiunge nulla alla crescita emotiva dei protagonisti, né all'evoluzione della storia.
In definitiva "Lezioni di volo" risulta un film fortemente diseguale, che non riesce a coinvolgere fino in fondo.

La frase:
- "A che età conviene morire? A 40 anni?"
- "No, prima. A 30 già comincia a marcire la faccia".

Elisa Giulidori

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