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Lezioni di cioccolato 2











Prima ancora dei titoli di testa, accompagnati dalla versione dei Creedence Clearwater Revival di "I heard it through the grapevine", apprendiamo che Mattia, il geometra con le fattezze di Luca Argentero che fu costretto a fingersi apprendista pasticcere extracomunitario in "Lezioni di cioccolato" (2007) di Claudio Cupellini, non è più sentimentalmente legato a Cecilia, il cui ruolo venne ricoperto da Violante Placido.
Infatti, mentre Vincenzo Salemme e Angela Finocchiaro – rispettivamente nei panni del maestro cioccolataio Conti e della poliziotta Amelia – si aggiungono al cast per portare un po’ di simpatia, la primogenita dell’autore di "Romanzo criminale" (2005) non è presente in questo secondo capitolo che, nuovamente sceneggiato da Fabio Bonifacci, vede il protagonista, ormai stanco dell’edilizia, interessato a far parte di un nuovo progetto sul cioccolato pensato da Kamal alias Hassani Shapi, a costo di fingersi ancora una volta egiziano.
Quindi, da un lato abbiamo quest’ultimo – oltretutto impegnato a cimentarsi in maniera divertita con "Nostalgia canaglia" di Al Bano e Romina Power – che tenta di evitare che lo sciupafemmine incontri sua figlia Nawal, con il volto della Nabiha Akkari vista nel successo zaloniano "Che bella giornata" (2010) e tornata da un periodo di studi all’estero, dall’altro il ragazzo che comincia a frequentarla senza essere al corrente dell’identità del padre.
E, rispetto al capostipite, che rimane con ogni probabilità una delle più noiose commedie tricolori d’inizio XXI secolo, sequenze come quella della dichiarazione d’amore tra Conti e Amelia testimoniano che la regia – ora nelle mani dell’esordiente Alessio Maria Federici che qualcuno ricorderà per aver interpretato "Classe mista 3ª A" (1996) e "Panarea" (1997) – è in parte migliorata, caratterizzata anche da maggiore verve. A non funzionare troppo, però, è proprio lo script, il quale tende più volte a far cadere il guardabile incontro-scontro tra italiani e immigrati nella morsa della fiacchezza.
Riuscendo raramente nell’impresa di strappare qualche sorriso allo spettatore, che, nonostante le diverse situazioni romantiche e l’abbondanza di cioccolatini sparsi nel corso della visione, rischia di uscire dalla sala con una certa sensazione di amaro nella bocca.

La frase:
"Le ragazze egiziane hanno molto senso dell’umorismo, non te lo hanno detto?".

a cura di Francesco Lomuscio

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