Il caso, il destino e l'amore
Georges (André Dussollier) ultracinquantenne con famiglia, trova un portafogli rubato a una donna nel parcheggio di un centro commerciale. Non appena vede il volto sui documenti (soprattutto quello sbarazzino della patente di pilota) se ne incapriccia e vuole incontrarla. Lei, Marguerite (Sabine Azéma) è una dentista nubile, con la passione per il volo acrobatico: di questo stravagante e ossessivo uomo non ne vuole proprio sapere. E, si sa, più lei lo evita, più lui si incaponisce, arrivando a comportamenti ossessivi, tra telefonate e appostamenti. Poi finisce. Solo quando Marguerite non è più cercata, inizia lei a rincorrere Georges, in un andirivieni di follia amorosa platonica.

Prendere o lasciare con Alain Resnais. Un maestro francese che spiazza sempre e che può irritare per un certo autocompiacimento, ma che non lascia mai indifferenti. Non lo aveva fatto nel 2006 con "Cuori", passato alla Mostra di Venezia e tanto più non lo fa con "Les herbes folles" che, come il titolo suggerisce, filma e racconta la soave e dolce pazzia delle scelte e dei sentimenti, l’irrazionalità dei comportamenti umani.
E lo fa con piglio surreale, con tocco delicato, in cui la leggerezza non è mai superficialità, accompagnati nel suo viaggio da una quasi invadente voce fuori campo. È evidente la matrice letteraria: Les herbes folles è tratto da un romanzo di Christian Gailly, Resnais ne segue il dialogare spezzato, le parole ripetute, il gusto per le parole. Il suo intento è cogliere, con l’occhio della sua macchina da presa, il caos, le scelte senza senso, lo svolazzare delle foglie in mulinelli, le conseguenze di atti incoscienti, l’essere senza spiegazione dei sentimenti. E ci ridà un ritratto stralunato di un uomo e di una donna "matti" e di ciò che gira loro intorno, ci rende, con i toni della commedia, ma con un fondo di malinconia, l’evanescenza ma anche la profondità del mistero amore. Un balletto di sì e no, di rincorrersi e lasciarsi, che si conclude, metaforicamente, con le peripezie di un piccolo aereo in volo.
Sono erbe matte: prendere o lasciare.

La frase: "Quando uno esce dal cinema ogni cosa diventa possibile".

Donata Ferrario

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