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Le Cronache di Narnia - Il viaggio del veliero
Torna il mondo di Narnia, tornano i fratelli Lucy e Edmund Pevensie, accompagnati, nelle loro avventure e loro malgrado, dal capriccioso cugino Eustace. Torna anche il fascinoso Caspian e il leone Aslan, più una serie di personaggi tra il mitologico e il fantasy.
L’inizio del terzo capitolo è folgorante (ed è forse l’unico momento in cui il 3d trova un suo senso): i Pevensie e il cugino vengono risucchiati in un quadro raffigurante un veliero nella tempesta.
Risucchiati nel mondo di Narnia, dove Edmund e Lucy sono regnanti.
Purtroppo non va tutto bene nel regno e poco per volta Caspian rivelerà agli amici lo scopo del loro viaggio: ritrovare sette nobili smarriti, i sette Lord di Telmar, i migliori amici del padre assassinato. Un compito pericoloso, pieno di difficoltà, di trabocchetti e di momenti in cui ciascuno dovrà fare i conti con se stesso e il proprio lato oscuro. E dove nessuno tornerà indietro come prima.
Continua sullo schermo la trasposizione della saga creata sulla carta da C. S. Lewis: dopo vicende tormentate - il cambio del regista, da Andrew Adamson - che si è concentrato nella produzione - a Michael Apted; dopo l’abbandono distributivo della Disney per i costi troppo alti della pellicola a cui è subentrata la 20th Century Fox - il terzo episodio di Narnia approda nelle sale per la gioia dei numerosi fan, destinati a non rimanere delusi, per il mix di avventura, scene spettacolari e immaginazione.
Il tema del viaggio è centrale nella trama del film, pensato sia come percorso inframmezzato da incontri e vicissitudini, sia come itinerario interiore, metafora di cambiamento, di passaggio anche doloroso e critico alla scoperta di se stessi. In questo caso il viaggio dei due fratelli Pevensie è quello di ognuno verso l’età adulta, il viaggio nella vita di cui C. S. Lewis ha sempre parlato.
Il viaggio del veliero torna alle origini, a quel primo capitolo che aveva entusiasmato, ritrovando una forza narrativa che si era un po’ annacquata ne Il principe Caspian e trasferisce sullo schermo lo spirito di C. S. Lewis, quella sua netta dicotomia tra bene e male, tra bianco e nero, la sua lotta contro le tentazioni. Vi trasferisce anche, come sempre, situazioni metaforiche di chiara interpretazione: si pensi alla nebbia verde che può rapire menti e cuori (e che va combattuta con la forza della volontà e la consapevolezza e conoscenza del proprio essere). Se il mondo di Narnia talora può risultare irritante a molti, per certi cliché e per una certa morale, non può non affascinare i più giovani, ‘tentati’ e risucchiati nelle sue vicende, proprio come i fratelli Pevensie all’inizio del film.
La frase: "Avrete un destino straordinario, ancora più grande di quanto possiate mai immaginare".
Donata Ferrario
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