La vera leggenda di Tony Vilar
Roma, 2006. Un individuo con chitarra alla mano si appresta ad eseguire un brano, dinanzi al suo pubblico, non prima, però, di aver spiegato che sarà in omaggio a Tony Vilar. E scopriamo subito trattarsi di Peppe Voltarelli, nella vita reale ex frontman della band di culto "Il Parto delle Nuvole Pesanti", ora interprete de "La vera leggenda di Tony Vilar", sorta di mockumentary che segna l'esordio nella regia del lungometraggio per Giuseppe Gagliardi, vincitore nel 2001 del Sacher d'Argento con il cortometraggio "Peperoni".
Voltarelli, infatti, veste nel film i panni di un giovane cantautore italiano cresciuto con il mito del bis cugino Antonio Ragusa, povero emigrante calabrese partito da Genova nel 1952 per l'Argentina, dove, con il nome di Tony Vilar, divenne una leggenda della canzone melodica Anni Sessanta, rendendo lì celebri "Tintarella di luna" di Mina e "Non esiste l'amor" di Adriano Celentano, oltre a far conoscere in tutto il pianeta "Cuando calienta el sol", scritta dagli Hermanos Rigual.
Stranamente, però, proprio quest'ultima non ci viene fatta ascoltare nel corso della narrazione (si tratta forse di problemi di diritti?), mentre vediamo il protagonista che, in maniera non molto distante da quella di Michael Moore, si fionda, tra incontri ed interviste, alla ricerca del parente, la cui carriera, a quanto pare, scopriamo progressivamente essere terminata nel momento in cui gli spettatori di un suo show gli strapparono il parrucchino dalla testa (!!!).
Quindi, successo e conseguente declino emergono attraverso un racconto per immagini costruito su un viaggio che tocca diverse tappe, dalla Boca, famoso quartiere di Buenos Aires, alle Milonghe, al Connecticut, senza dimenticare il New Jersey e New York e perfino un'escursione all'interno di uno studio televisivo, dove si svolge una sorta di "Uno mattina" in versione America Latina.
Ed il tema dell'immigrazione finisce per fare da sottotesto ad un elaborato che trova uno dei suoi maggiori punti di forza nella capacità di non prendersi mai troppo sul serio, tanto che, oltre ad una cantata situazione onirica, non manca un'esilarante sequenza - parodia dei gangster - movie di taglio scorsesiano, per mezzo della quale vengono presentati personaggi come Tony Pizza, Billy Bud, Connie Catalano e Frank Bastone.
Paradossalmente, però, se questi ultimi elementi testimoniano una certa voglia di sperimentare stratagemmi tecnico - narrativi volti a far distaccare il prodotto dai classici canoni del finto documentario, ciò non vuol dire che riescano nell'impresa di strapparlo dalla letale morsa della noia e della monotonia, tanto da renderlo consigliabile tutt'al più ai musicofili incalliti e, soprattutto, ai fan di Peppe Voltarelli, ancor prima che a quelli di Tony Vilar.

La frase:
- "Quale è la canzone che ti piace di più di Tony?" - "Me gustava "Cuando calienta el sol...""

Francesco Lomuscio

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