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L'amore dell'anno
Tutto comincia con Danny, disegnatore di tatuaggi, che insieme alla moglie si gode il rinfresco di nozze, fino a quando non viene a scoprire il tradimento della sua neo-sposa. Tra urla e pianti Danny e Hannah si lasciano e dopo solo 35 minuti di matrimonio si ritrovano di nuovo singles. Entrambi alla ricerca di qualcuno che riesca a colmare il vuoto che sentono dentro danno inizio ad una serie di intrecci e rapporti che sembra più un gioco, le cui basi poggiano sull'eterno ottimismo romantico e sulle tattiche sessuali. Nel corso dei tre anni, che veloci passano sullo schermo, la divertente "commedia degli errori" avviata dai due coniugi coinvolge via via altre affascinanti e singolari persone.
Danny incontra Marey, componente di un band musicale che si esibisce nei pub che lo molla poco dopo non riuscendo più a sopportare i continui riferimenti alla moglie. È il turno di Marey che incontra Cameron, pittore di poco talento ma grande seduttore, il quale ha nel frattempo concluso una breve relazione con Hannah. Ma presto si lasciano e mentre Cameron si fa sedurre dalla ribelle e ricchissima Sophie, Marey conosce Liam, depressivo e con un tentato suicidio alle spalle per il suo amore non ricambiato per Hannah. E cosi via fino all'inaspettato, e felice, finale.
La storia si svolge a Camdem modernissimo quartiere periferico di Londra in cui vivono molti giovani artisti. Un luogo eclettico come lo sono tutti i personaggi del film: un paese nella città in cui tutti veramente si conoscono, si incontrano - o si scontrano - rendendo così credibili tutte le coincidenze e gli accadimenti che compongono la storia. Sono trentenni i protagonisti del film, ma in realtà potrebbero avere qualsiasi età perché i loro dubbi, le incertezze e le ansie rispetto all'amore sono di tutti e appartengono ad ogni età. Un desiderio, o forse sarebbe meglio dire una necessità, quella dell'amore, che rende difficoltosi i rapporti interpersonali tanto grandi sono le aspettative. Ognuno sembra voler credere ad ogni costo all'amore, temendone al contempo il coinvolgimento e la responsabilità: inizialmente accecati dall'assolutismo del loro ottimismo, i protagonisti affrontano con il medesimo entusiasmo ogni nuova storia ma con quella superficialità molto vicina all'età infantile, che non gli permetterà di costruire nulla di duraturo, come una barca che senza timoniere ma con vele spiegate, segue il vento senza porre ostacoli, affondando alla prima bufera. Tanti Peter Pan che fanno gli adulti riuscendo solamente a giocare con le parole e per un poco anche con i sentimenti fuggendo via al primo temporale.
Il film, scritto e diretto da David Kane, autore soprattutto teatrale e televisivo, segna il suo debutto al cinema. Ed è proprio teatrale lo sviluppo cinematografico che adotta il giovane regista: esterni e interni molto bene caratterizzati e una macchina da presa che gira sempre e solo attorno ai personaggi, non allontanandosene mai troppo. Una bella sceneggiatura che racconta con affetto e attenzione i protagonisti, rendendoli sinceri nelle loro avventure, divertendo e commovendo lo spettatore, senza arrivare mai ad alcun estremismo, ma lasciando intatta la caratteristica tipica di uomini e donne: la combinazione di evidenti difetti e ben celate qualità.
Valeria Chiari
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