La donna di nessuno
Fame di ricchezza, prostituzione d’alto bordo e cocaina da una parte, passione dall’altra dietro a fatti di sangue ai danni di due donne. Uno dei palcoscenici dell’indagine con dramma è un grande acquario pubblico, "dove si sognano i coralli" ma in cui nuotano gli squali, secondo un’evocativa notazione. Liberamente tratto dal racconto "Histoire d’une prostituèe" di Clara Dupont-Monod, "la Donna di nessuno" è il primo lungometraggio di finzione da regista di Vincenzo Marano, che ha diretto serie televisive, cortometraggi, spot pubblicitari ed è attivo e conosciuto soprattutto in veste di direttore della fotografia.

Sono al maschile i suoi personaggi duri, privi di sentimenti e negativi: l’uno esponente di un’alta borghesia arida, tutta interna ad una concezione del denaro quale strumento di potere nel privato quanto nel sociale ("senza i tuoi soldi cosa saresti?") e fiera di aggirare il fisco, l’altro uomo di legge rampante senza scrupoli ("mi occupo di diritto, non di morale"). Con il pretesto di un doppio caso da risolvere (prima un’operazione contro lo sfruttamento - per sesso a pagamento - di ragazze spacciate per modelle da una maitresse che tiene per sé il 40% dei guadagni, e in seguito la scomparsa del principale teste d’accusa) l’autore si concentra piuttosto sulle dinamiche e sugli sviluppi dei rapporti già esistenti, sulla nascita di quelli nuovi e su come essi si influenzino a vicenda. Ciò fa sì che - dietro una laccata veste formale da prodotto TV - gli intrecci sovrabbondino. Per cui il poliziotto conosce bene il giudice implicato, il quale è sposato e ha una relazione extraconiugale che vuole chiudere per cominciarne un’altra (sempre per vari tornaconti personali) con la giornalista impegnata nella vicenda di cronaca. Questa, a sua volta, si fa sedurre prima dalla prostituta che deve intervistare e poi dall’amante di lei, chiudendo il giro. Ma trattandosi di un triangolo, l’incrociarsi risulta, alla fine, fin troppo insistito.

La frase: "La caduta è più veloce della salita".

Federico Raponi

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