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La damigella d'onore
Chabrol nel segno di Chabrol.
Uno dei grandi vecchi del cinema europeo propone con "La damigella d'onore" un altro film macabro ma appassionato dove la forza dei personaggi prevarica sulla storia che si racconta e nel quale il gusto del noir è sempre presente pur se in uno scenario allucinato dove si stemperano fino ad annientarsi le rigide coordinate del vivere borghese.
Quello di Chabrol è sempre un punto divista particolare, una visuale che privilegia quel dato di anormalità che alberga in ogni uomo.
E' quello che accade in questo film presentato fuori concorso alla 61° Mostra del cinema di Venezia.
Il film parla dell'incontro tra Philippe (Benoit Magimel) e Senta (Laura Smet) avvenuto al matrimonio diella sorella di Philippe dove Senta era la damigella d'onore.
E' un incontro subito all'insegna della singolarità. I due, infatti, si legano immediatamente in un rapporto trascinante. E' un amore coinvolgente e che consuma Philippe avviluppato tra le spire della malata passione di Senta. La ragazza, infatti, come prova del suo amore, le chiederà di piantare un albero, scrifere una poesia, fare l'amore con un o del suo sesso ed uccidere un estraneo…
Film girato sempre con mano elegante da Chabrol, l'opera ha come fulcro centrale il personaggio di Senta. Mitomane appassionata - si spaccia per attrice, dice di aver recitato con John Malkovich imputando a quest'ultimo la cattiva riuscita della scena - reca in sé quella particolare follia che vaga in molti dei personaggi femminili del cinema di Chabrol (valga per tutti lo sguardo di Isabelle Huppert in "Grazie per la cioccolata"). Follia sempre generata da un'intepretazione morbosa dei sentimenti dai quali, sembra, non possa che scaturire un sovraumano senso del possesso.
Qualche dubbio il film lo pone nella parte dedicata alla famiglia di Philippe dove alcune soluzioni narrative non convincono del tutto.
Eccelentemente diretti da Chabrol, che non chiede visrtuosismi ai suoi attori ma solo una semplice credibilità, i due attori protagonisti - in special modo la Smet - reggono bene la prova di un ruolo impegnativo.
Il finale è all'insegna del miglior Hitchcoch, autore a cui spesso il regista francese è stato accostato. Paragone che lo stesso Chabrol ama definire "né completamente giusto, né totalmente sbagliato".
Daniele Sesti
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