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Joy











"Ispirato a storie vere di donne coraggiose. Una in particolare".
Queste parole accompagnano l'inizio di "Joy", nuova opera firmata da David O. Russell, ispirata a una storia vera e che rivuole nel ruolo di protagonista la sua musa, Jennifer Lawrence, attrice versatile ed espressiva candidata all'Oscar anche quest'anno per la sua interpretazione.
La pellicola, narrata dall'altra grande donna del film, la nonna della protagonista, impersonata da una convincente Diane Ladd, ci fa conoscere la piccola Joy Mangano e la sua famiglia composta, appunto, dalla nonna, una sorellastra e dai due genitori. Joy è una bambina che ha tanta fantasia e creatività e che è in grado di creare quello che immagina... almeno finché i genitori divorziano in modo piuttosto irruento e separano di fatto la famiglia. Da quel momento la madre di Joy, che ha il volto di Virginia Madsen, si lascia andare e non esce praticamente mai dalla sua stanza, dove non fa che guardare le soap opere tanto in voga in quegli anni. L'unico punto di riferimento della giovane rimane proprio la nonna che cerca sempre di incoraggiarla a non abbandonare i suoi sogni e a lottare per conquistare il suo posto nel mondo. Ma per un lungo periodo Joy si dimentica di se stessa, dei propri sogni e delle proprie ambizioni, imprigionata dai doveri di una famiglia allargata egoista e meschina di cui lei sembra essere l'unico sostegno. Così si trova a dover rimediare ai danni provocati dall'inerzia della madre, a dover ospitare il padre, abbandonato dall'ennesima amante, e il suo ex marito, con cui ha rapporti migliori ora che quando erano sposati.
Tutto questo almeno fino a quando realizza che negli ultimi anni è come se avesse dormito e la vita avesse continuato a scorrere senza che lei facesse niente. Si desterà da questo involontario “letargo” e tornerà ad essere quella ragazzina creativa e che non aveva bisogno del principe azzurro, tanto da inventare il Miracle Mop (ancora oggi usatissimo in tutto il mondo) e a lottare per realizzarlo e creare un impero economico dal nulla. Certo la strada non è facile, lei non sa niente del mondo degli affari e le persone che la aiutano, per primi i familiari, sono egoisti, in alcuni casi altrettanto ingenui, meschini e approfittatori. Tra questi, quasi paradossalmente, quello maggiormente degno di fiducia è proprio il suo ex marito.
"Joy" è l'incarnazione del sogno americano unito a quello delle femministe di tutto il mondo; una donna ha creato un impero economico dal nulla, ha sfidato le convenzioni che l'avrebbero voluta in cucina a occuparsi dei figli e della casa (come fa notare ad un certo punto uno dei personaggi del film), ha fallito, ma ha avuto il coraggio di rialzarsi e combattere, ha rischiato e ha vinto. Un personaggio poliedrico e carismatico, interpretato magistralmente dalla Lawrence, che riesce a tenere in piedi un film che altrimenti sarebbe stato decisamente poco interessante. Infatti, dopo un inizio veloce e brillante, in cui vengono presentate le dinamiche familiari e i vari personaggi, la pellicola perde mordente. In alcune parti sarebbe stato più interessante vedere una tensione maggiore e avere una sceneggiatura più articolata e meno semplificata. Degna di nota, invece, la fotografia che accompagna i vari momenti della vita di Joy.
In ultimo, "Joy" è un film che si lascia seguire e a cui potremmo dare una sufficienza risicata, che si regge perlopiù sulle singole prove attoriali, tra cui spicca proprio quella dell'interprete principale.

La frase:
"Il mio è un potere speciale. Non mi serve un principe".

a cura di Redazione FilmUP.com

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