Iris
Maria (Arancia Cecilia Grimaldi) è una bambina di 6 anni e vive ad Ustica. Un giorno i fratellini (Gino Biscotto Volo e Luca Badagliaccio) tornano a casa, dopo la scuola, con un bel mazzo di fiori per il compleanno della mamma. La bambina se ne era dimenticata, allora, per rimediare, va al mercato per comprarle degli splendidi iris che avevano attratto la sua attenzione proprio quella mattina. I soldi però non le bastano, quindi cerca di raggiungere il padre che lavora come muratore al faro, per proporgli di fare insieme quella splendida sorpresa alla mamma.
Iris racconta del "viaggio" che Maria intraprende per raggiungere il padre, e delle avventure che le capitano per strada. Incontrerà un attore napoletano che esercita la sua prosa disteso sulla terrazza di una splendida villa (Francesco di Leva), una signora in continua attesa della telefonata del suo amante (Guja Jelo - "Volesse il cielo"), un marinaio appena lasciato dalla ragazza (Salvatore Lazzaro).
Il regista, questa volta è voluto uscire dai suoi cliché. Ci propone una pellicola semplice, senza violenza, disincantata, quasi irreale, lontanissima da quelle a cui ci ha abituati. Questa volta non ci sono storie di prostituzione ("Le Buttane" - 1989) o storie di ragazzi disadattati ("Mary per sempre" - 1989, "Ragazzi fuori" - 1990). Ci propone scene di vita quotidiana, vissute in modo puro, come solo una bambina può fare. Grimaldi però non dimentica di fare trasparire, in questo scenario incantato la presenza del "lupo cattivo": eccolo apparire all'orizzonte sotto le mentite spoglie del marinaio, dall'apparenza gentile e cortese, ma in realtà infingardo, pronto ad approfittare della bambina che solo per un puro caso riesce a sfuggire alle sue avances.
Le scenografie sono bellissime, il regista ha saputo cogliere tutti i colori, i suoni, le magie di Ustica. Le musiche di Moni Ovadia sanno valorizzare sapientemente tutti i passaggi. La piccola protagonista è bravissima, sempre spontanea, dolce e in grado di suscitare simpatia. Nel complesso non è un film noioso, anzi si potrebbe definirlo tenero, grazioso. Adatto soprattutto ad un pubblico di giovanissimi.

Teresa Lavanga

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