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Io sono con te
La vicenda di Maria, la madre di Gesù, non ha bisogno di spiegazioni o riassunti di alcun genere, fa parte integrante della nostra civiltà e del bagaglio culturale e morale di credenti e non credenti. Il film di Guido Chiesa ripercorre dodici anni della vita di Maria, anche se c’è un’enorme iato tra il primo anno di Gesù e la sua presentazione al tempio, evento in cui si conclude la pellicola. Chiesa in apparenza ricerca una prospettiva d’indagine storica per il suo film, non solo nella scelta delle location e nel casting (per la verità molto azzeccato), ma anche nella scelta del linguaggio da adottare, si potrebbe dire ormai "alla Mel Gibson". Io sono con te è infatti recitato in ebraico e greco antico e stranamente, proprio per la sua affinità con la Passione di Gibson, non è affatto faticoso seguire l’andamento della pellicola, anche perché la storia non rivela particolari sorprese. In effetti quello che rende Io sono con te un film notevole è la prospettiva. Maria non è una donna mansueta che si può comandare a bacchetta e non è neppure la madre rassegnata di fronte al martirio del figlio. Quello che traspare dal film di Guido Chiesa è che la rivoluzione di Gesù inizia dalla madre. Il messaggio del Messia in questo film viene ridotto alla sua essenziale novità: l’abbandono della vecchia legge e la fondazione di una nuova alleanza tra uomo e Dio. Non ci si lasci ingannare: non è un racconto teologico; questa verità traspare nella quotidianità, nei piccoli gesti che portano discordia nella famiglia patriarcale di Giuseppe, l’uomo che si fa da parte. Maria, nella prima adolescenza così come nella giovinezza è una vera e propria ribelle, che agisce secondo giustizia e non secondo la legge o la tradizione. Noi non sappiamo neppure storicamente cosa è accaduto in quel lasso temporale tra il primo e il dodicesimo anno di Gesù. Quello che Guido Chiesa sembra indicare (ed è del tutto plausibile) è che Maria abbia trasmesso i propri valori a Gesù. C’è una scena in cui i re Magi pensano di portare via il figlio di Maria, ma uno di loro afferma "lei è più saggia di ciascuno di noi, con tutte le nostre conoscenze". Un saggezza che viene direttamente dalla fede. Quando Gesù, tornato dal tempio ripete a sua madre le domande che ha rivolto ai sacerdoti, sembra di vedere scorrere nuovamente l’infanzia di Maria nelle parole di suo figlio, in uno dei momenti più coinvolgenti del film.
La frase: "Ma è possibile che capitino sempre tutte a lui?".
Mauro Corso
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