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Inside Out











Dopo alcuni anni senza aver prodotto pellicole all’altezza di suoi precedenti capolavori d’animazione, fra tutti “Alla ricerca di Nemo”, "Toy story" e “Up”, la Pixar torna a sorprenderci ed emozionarci con un gioiellino come “Inside out”. E lo fa giocando, letteralmente, con le emozioni. Sono loro, infatti, ad essere le vere protagoniste di questo film: l’esuberante e risoluta Gioia, la dimessa Tristezza, Disgusto, Rabbia e Paura. Tutte emozioni che si annidano nella mente di ognuno di noi e in particolare della piccola Riley, la cui esistenza era sempre stata dominata dalla Gioia che riusciva a instradare ogni sua esperienza, creando per lei un meraviglioso bagaglio di ricordi felici che hanno contribuito a costruire le fondamenta del suo carattere e le “Isole della personalità” che ne sono alla base.
Tutto questo si sgretola quando è costretta a trasferirsi con i suoi genitori dalla ridente cittadina del Minnesota in cui abitava, circondata dagli amici e cullata dai suoi successi sportivi, alla caotica e, agli occhi della giovane, poco accogliente San Francisco in California. Già dal loro arrivo una serie di problemi e contrattempi demoralizzano la giovane, che però inizialmente cerca di reagire grazie all’aiuto dell’emozione dominante della sua mente, la Gioia. Ma quando la situazione peggiora, non riesce a farsi degli amici e neppure lo sport le da più soddisfazioni, nella mente della giovane Riley accade l’inimmaginabile e Gioia e Tristezza, le due emozioni contrapposte, sono costrette a collaborare per poter tornare al quartier generale e ristabilire un equilibrio nella sua vita, governata ora solo da Paura, Disgusto e Rabbia. Lo fanno grazie anche al prezioso aiuto dell’amico immaginario della giovane, Bing Bong, un essere che piange caramelle, insieme gatto, elefante e delfino, che sacrifica se stesso all’oblio per il bene di Riley, segnando un passaggio di crescita fondamentale per la giovane, che tutti noi dobbiamo fare prima o poi. Fino ad arrivare al divertente upgrade/aggiornamento della consolle del quartiere generale in cui apparirà un pericoloso e misterioso bottone con su scritto “Adolescenza”. Esilaranti anche le brevi visite nelle menti dei genitori di Riley.
Tutto nel film è perfetto, dalla regia scorrevole, elegante e senza sbavature, alla sceneggiatura articolata e coerente in grado di donarci sorrisi, ma anche tristezza, fino ad una grafica mai esagerata, colorata e che regala una forma alle emozioni, con la Gioia che brilla come una stella, la Tristezza che ricorda una lacrima, la Rabbia con il suo aspetto da mattone infuocato, la Paura vista come un nervo scoperto e, infine, il Disgusto che ricorda i tanto odiati broccoli.
Una pellicola dall’impianto classico che forse non sorprende se analizzata nei suoi singoli elementi, ma il cui insieme riesce a creare un piccolo capolavoro dell’animazione che può piacere ai più piccoli, ma che sicuramente verrà capito e apprezzato maggiormente dai bambini più grandi e dagli adulti. Godetevi anche i titoli di coda!

La frase:
"Proteggi questi ricordi a costo della vita".

a cura di Redazione FilmUP.com

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