Incompresa
Moltissimi hanno iniziato a snobbare “Incompresa” non appena è stata annunciata la sua partecipazione al festival di Cannes, sezione “Un Certain Regard”, e forse qualche ragione c’era, soprattutto nel dubitare dell’onestà di un film da un titolo così ambizioso girato da Asia Argento, figlia d’arte per eccellenza e sempre attenta a mantenere attorno a sé un’atmosfera da “sexy, maledetta e ribelle” che a guardare bene le conferisce solo l’aria artificiale e costruita di chi si vuole mettere in mostra.
Ebbene, questo film è stato una piacevolissima sorpresa. Dopo il debutto con “Scarlet Diva” (2000) e il più conosciuto “Ingannevole è il cuore più di ogni cosa” (2004), Asia Argento si è presa una pausa come regista per nove anni, per poi tornare dietro la macchina da presa con una maturità che ben pochi si aspettavano. Nel raccontare la storia della piccola Aria, trascurata dal mondo e soprattutto dai genitori, una musicista e un attore, la Argento si muove sul filo che separa l’autobiografia dalla libera immaginazione: la protagonista porta il secondo nome della regista e ha un papà (Gabriel Garko) e una mamma (Charlotte Gainsbourg) inseriti nel mondo dello spettacolo, quasi a ricalcare le ombre di Dario Argento e Daria Nicolodi. D’altra parte si potrebbe leggere “Incompresa” come un processo portato avanti dalla regista contro se stessa come madre: è impossibile non notare come il trucco e la recitazione della Gainsbourg riproducono fedelmente le fattezze e i modi di Asia Argento. Tra le sorelle della protagonista, inoltre, si trova anche Anna Lou Castoldi, figlia della regista e di Marco Castoldi, in arte Morgan (evocato nel film come “quel cocainomane del tuo ex marito”).
Insomma, il tema trattato offre a chi dirige un terreno propizio in base al suo vissuto, un’opportunità di mostrare a tutti come sa muoversi avendo davvero qualcosa da raccontare. E lei, Asia, vince la sfida rimanendo fedele a se stessa, affrontando alcuni dei temi più delicati da toccare in modo stravagante, eccentrico, come lei vuole essere. Un lavoro registico che evita qualsiasi cliché da melodramma creando dei personaggi che sono sì sull’orlo della caricatura, rappresentanti di tipi umani, ma allo stesso tempo forti e ben costruiti, contraddittori e, nella loro estremizzazione, veri; oppure optando per delle scelte quasi radicali, nelle inquadrature, nella colonna sonora, nella scenografia, nella fotografia, che restituiscono una visione della vicenda che potrebbe essere definita laterale, o, più semplicemente, originale. E il rischio che si assume una regia di questo genere viene ampiamente premiato, perché alla fine dei conti arriva a rendere in modo davvero forte ed efficace la sofferenza della piccola Aria.
“Incompresa”, anche grazie all’interpretazione della talentuosa e giovanissima Giulia Salerno, è una sorta di fiaba triste e cupa, sicuramente tendente all’eccesso e non per tutti i gusti, ma anche, per chi apprezzerà, una sorpresa che non conviene perdersi.
La frase:
"Mi fai schifo. Sei andata con chiunque. Anche con le donne... Anche coi nani".
a cura di Luca Renucci
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