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Il sole nero
In una poesia allo stesso tempo tenera ed ironica il Nobel per la letteratura Wyslawa Szymborska sottolineava come un amore felice fosse irritante ed inutile per chi guardava due cuori che non avevano bisogno d'altro se non di se stessi e della loro unione. Tale idea è particolarmente funzionante nel cinema, per cui già sappiamo che nessun film può iniziare con il fatidico "e vissero felici e contenti", e quando questo accade sicuramente qualcosa o qualcuno stanno per intervenire per interrompere bruscamente l'idillio.
Manfredi e Agata corrispondono in pieno a questo profilo di amanti perfetti, degni di una prospettiva chiusa, edenica e primordiale: circolano nudi nella loro lussuosa dimora, apparentemente non hanno bisogno di lavorare e quasi nemmeno di mangiare, limitandosi tutt'al più ad assaggiare i frutti più gustosi della terra. La loro è una vita letteralmente da sogno, i progetti per il futuro sono ombre fumose e la loro principale preoccupazione è dispiacersi perché quando i due dormono "sono abbracciati ma sognano sogni diversi". La catastrofe si abbatte sui due del tutto insensata ma non imprevista. Quello che interessa a Zanussi non è costruire una tensione verso un evento inatteso, ma accompagnare gli spettatori per mano fino ad una tragedia preannunziata ed insostenibile nella sua assurda inevitabilità.
Con Il sole nero ci troviamo in apparenza di fronte a una parabola cristiana ma non priva di punti estremamente problematici. L'uccisione di Manfredi è un'atto assurdo, di ribellione contro bellezza e perfezione, momento di caduta e perdizione. La metafora ricorrente è la lotta fra l'Arcangelo Michele e Lucifero, rappresentato in un quadro della casa di Agata e che lei cerca di imitare nelle movenze in un momento giocoso (in realtà già drammatico). Lo stesso "diavolo", non privo di una certa bellezza dannata viene descritto dall'ispettore di polizia che segue le indagini come "un uomo cattivo, un angelo caduto che un tempo studiava musica". Agata del resto rivolgendosi all'amato gli sussurra "il sole ti ha trafitto con un raggio perché invidioso della tua bellezza", alla radice stessa del significato di Lucifero, il "portatore di luce". L'Arcangelo Michele però, oltre ad essere il comandante delle legioni divine è anche venerato in quanto portatore di buona morte. Però non è tutto così lineare come sembra. Agata è una donna vittima del dolore e divorata dalla vendetta e dal desiderio di autodistruzione, entrambi inaccettabili dalla dottrina cristiana. Per tale ragione Il sole nero è più simile a una tragedia moderna e nel senso aristotelico più alto (un innocente viene precipitato nell'abisso senza colpa alcuna) e questo viene sottolineato da "prefiche" in nero che hanno la funzione di coro.
Atmosfere mediterranee (anzi per la precisione catanesi) per il regista polacco Krzysztof Zanussi, da sempre interessato al mare profondo che si cela negli abissi dell'animo umano. Splendida Valeria Golino, in un ruolo struggente e sentito che resterà fra le sue migliori interpretazioni di sempre.
La frase: La morte è vile: risparmia i malvagi e si pigghia i buoni.
Mauro Corso
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