Il settimo figlio
In un Medioevo dominato da magia e mostri di vario tipo, un uomo solo John Gregory, interpretato dal premio Oscar Jeff Bridges, affronta il male per proteggere l’umanità dalle forze oscure della notte. Ultimo di una lunga schiera di cavalieri e ormai non più tanto giovane decide, dopo la perdita del suo ultimo apprendista, di cercarne e addestrarne un altro nel tentativo di avere un aiuto, anche se minimo, contro la terribile strega, incarnazione del male, Madre Malkin (Julianne Moore) che dopo 10 lunghi anni si è liberata dalla prigione in cui era rinchiusa ed è pronta a distruggere l’umanità. E’ così che Gregory il cavaliere-mago prende come apprendista il settimo figlio di un settimo figlio, il giovane Thomas Ward (il famoso interprete del principe Caspian in “Le cronache di Narnia” Ben Barnes), che ha soli sette giorni per affrontare e superare l’addestramento. Un tempo decisamente limitato dato che il precedente apprendista è stato addestrato per 10 lunghi anni.
Come può un giovane uomo cresciuto in una fattoria e dotato a quanto pare di esigui poteri di veggenza arrivare ad affrontare un esercito di streghe e soprattutto a non innamorarsi della giovane e bellissima strega Alice (Alicia Amanda Vikander)? Come potrà aiutare Gregory nell’impossibile impresa di fermare e distruggere una volta per tutte la perfida Regina delle Streghe, Madre Malkin?
Il film è l’adattamento cinematografico del romanzo fantasy “L’apprendista Mago”, pubblicato nel 2004 e ripubblicato successivamente con il titolo appunto di “Il settimo figlio” ed è il primo della celebre “Wardstone Chronicles” di Joseph Delaney, e composto da 13 libri.
A dirigere questo “arrangiamento” è il regista russo Sergej Vladimirovic Bodrov, già regista di “Nomad - The Warrior” (2005) e “Mongol” (2007).
Stavolta troviamo Bodrov alle prese con un vero e proprio dark fantasy che è stato un grande successo a livello letterario, certo non al pari di “Harry Potter”, ma comunque caratterizzato da un nutrito pubblico che ora può ammirare il suo eroe anche al cinema. Ma è proprio a quest’ultima saga che Bodrov sembra strizzare l’occhio cercando di catturare la tensione dei primi film del maghetto e aggiungendo quel pizzico di avventura in stile “The Hobbit”, tuttavia il risultato che si sviluppa è ben diverso, assomigliando di più ad un videogioco dove le scene d’azione sono ridondanti.
Nonostante la presenza nel cast di attori del calibro di Jeff Bridges, Ben Barnes, Kit Harington, Alicia Vikander, Olivia Williams, Antje Traue e Djimon Hounsou, nonostante una sceneggiatura opera di Charles Leavitt, Steve Knight e Matt Greenberg, la pellicola non convince. Le imponenti musiche di Marco Beltrami e i bellissimi costumi di Jaqueline West non riescono a sopperire alla mancanza di quel “quid” che avrebbe portato l’opera ad alti livelli e l’avrebbe resa avvincente e accattivante. Il ritmo veloce e gli eccessivi scontri lasciano in sospeso tante, troppe cose, non permettendo ai personaggi di svilupparsi, così restano mere macchiette abbozzate sulla pellicola cui lo spettatore non riesce ad affezionarsi.
Tutto scorre dinnanzi allo sguardo, ma nulla richiama l’attenzione dello spettatore, se non vaghi echi di altri film del genere come il colossal televisivo “Il trono di Spade”, “Eragon” e “Fantaghirò”.
Forse “Il settimo figlio” risente dell’alterna fortuna che ha avuto durante la sua “realizzazione”? Già perché la compagnia “Rhythm & Hues Seeks”, che si occupava degli effetti speciali, è finita in banca rotta poco prima della fine delle riprese, per cui le case produttrici hanno dovuto versare circa 5 milioni di dollari a tale compagnia per permetterle di finire il film.
La frase:
"Tutto quello che serve è dentro di te non aver paura di guardare".
a cura di Federica Di Bartolo
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