Il respiro del diavolo
Una cosa di buono, "Il respiro del diavolo" diretto da Stewart Hendler, ce l’ha: come film può tranquillamente essere inserito all’interno della continuity di Lost. Il protagonista, infatti, è lo stesso: quel Josh Halloway che qui si chiama Max (ma potrebbe essere tranquillamente un nome fittizio) che come accade al naufrago Sawyer ha a che fare suo malgrado con intrecci malavitosi che vorrebbe tenere lontani.
Max e Roxanne sono due giovani innamorati che, dopo i tormentati trascorsi dell’uomo, sognano una vita tranquilla. La banca però non concede prestiti e per i due comprarsi un locale per mettere su una onesta attività commerciale sembra un’impresa impossibile. A venire in aiuto a Max giungono due suoi ex compagni di cella che gli propongono di rapire un bambino per chiedere indietro un lauto riscatto. Peccato però che il bambino sia in realtà un angelo demoniaco...
Se il regista Stewart Hendler avesse concesso più importanza agli aspetti noir della trama, invece che a quelli horror, "Il respiro del diavolo" sarebbe stato un film molto interessante. Ma purtroppo l’esordiente regista ha troppa urgenza di mostrare il bambino killer all’opera sugli sventurati malavitosi e così il film diventa un clone confusionario di moltissime altre pellicole del genere "baby-demonio". Partendo dall’ultimo "Joshua" (2007) di George Ratliff fino a "Omen" (1976) diretto da Richard Donner, in mezzo troviamo un po’ di tutto: dai cani di "Cujo" ai criminali di "Dal tramonto all’alba" fino a un finale modello "Shining" con tanto di accetta e inseguimento sulla neve. Insomma, un "pasticciaccio brutto brutto" che porta la firma di un bambino demoniaco e che brucia in un batter d’occhio quello che di fatto sarebbe stato l’unico vero colpo di scena della storia (senza anticipare nulla vi basti sapere che ha a che fare con la madre del marmocchio).
A confezionare il tutto una recitazione al di sotto persino degli standard televisivi, con un Josh Halloway bello e impossibile che sembra non vedere l’ora di lasciare le innevate terre del nord per tornare a tuffarsi nel mare dei carabi... e sinceramente anche noi.
Riprovaci, Sawyer!
La frase: "Vuoi che ti dica quello che ha fatto?".
Diego Altobelli
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