Il principe abusivo
Le principesse delle favole, nel XXI secolo, sono state sostituite da attricette, soubrette e, perfino, squallide escort.
E’ per questo, forse, che Letizia alias Sarah Felberbaum, residente nello splendido castello di un piccolo principato, viene completamente ignorata dai rotocalchi, a differenza di quanto avvenuto con le sue più anziane familiari.
Ed è forse anche per questo che il comico napoletano Alessandro Siani, reduce dal successo di "Benvenuti al Sud" (2010) e "Benvenuti al Nord" (2012), ha deciso di renderla protagonista nel suo primo film da regista; al cui interno, inoltre, ricopre il ruolo del disoccupato e maestro dello scrocco Antonio De Biase, del quale la giovane donna, su idea del ciambellano Anastasio, ovvero Christian De Sica, deve far finta di innamorarsi per far sì che il suo popolo torni a sognare.
Quindi, l’interprete di "Ti lascio perché ti amo troppo" (2006) e "La seconda volta non si scorda mai" (2008) torna a lavorare con colui che affiancò in "Natale a New York" (2007) e "Natale in crociera" (2008), il quale, oltre a portare in scena magnificamente – come di consueto – un personaggio che tanto ricorda quelli spesso incarnati dal padre Vittorio, finisce anche per ritrovarsi infatuato dalla solarità e dalla semplicità di Jessica, cugina del protagonista, cui concede anima e corpo Serena Autieri.
Nel corso di circa novantasette minuti incentrati sì sulla gettonatissima – e il più delle volte vincente – tematica dello scontro tra diverse classi sociali, ma destinati in particolar modo a regalare uno spettacolo continuamente alternato tra la risata all’italiana (Daniele, tra l’altro, istruisce Anastasio nel comportamento da "napoletano popolare") e la moderna fiaba romantica a stelle e strisce (abbiamo addirittura un momento ballato e cantato).
Una moderna fiaba che, comprendente nel cast anche un cattivo Marco Messeri nei panni del re, intende ribadire che si può vivere senza soldi, ma non senza amore; sfoderando un luogo comune sempre più difficile da considerare attendibile nella realtà del sempre più cinico terzo millennio, ma che non dispiace mai sentire ricordato all’interno del grande schermo... soprattutto se fatto tramite una gradevole e tutt’altro che volgare commedia che, pur senza eccellere, non ci spinge affatto a storcere il naso nei confronti del Siani dietro la macchina da presa.
La frase:
"La principessa Letizia deve innamorarsi di un disoccupato povero, ignorante, grezzo e volgare".
a cura di Francesco Lomuscio
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