Il Peso dell'aria
L’esperimento cui fa riferimento "Il Peso dell’aria" riguarda il lancio da una certa altezza di un chilo di ferro e uno di paglia.
Rispondendo che a toccare il suolo per primo - anche se in realtà la domanda è retorica - sarebbe il materiale ritenuto più pesante, non si prende in considerazione un fattore presente ma ignorato, ossia la resistenza dell’atmosfera terrestre (sulla luna, infatti, il peso dei due elementi risulterebbe differente). A citarlo, è "il cravattaro" ex amico d’infanzia che, guardando le persone, sa capire al volo dai dettagli e dai movimenti se siano sincere o meno, potenziali vittime o no. La citazione però riguarda anche chi rimane incastrato dal giro dei soldi a strozzo, per il quale acquista insostenibilità già la semplice esistenza, quando l’incubo del reperimento di denaro - strettamente collegato all’incolumità propria e delle persone vicine - stravolge tutto.
Basata su una storia vera, la pellicola – sostenuta dallo sportello dell’associazione antiusura – è scritta, autofinanziata e diretta dal giovane e prolifico Stefano Calvagna che ha co-fondato la casa di produzione Poker Film. Da una parte, ci presenta un’Italia di disoccupazione, ricatti e truffe dove per i laureati, o per chi ha fatto dei master, il lavoro è un miraggio, e chi riesce a trovare posto in un’azienda deve accettare salari bassi, la sospensione del contratto per il periodo delle ferie estive, e dopo 9 mesi di impiego la firma di un documento in cui si risulta assunti da soli 3 mesi (il che non obbliga quindi la ditta ad un rapporto professionale con maggiori garanzie per il dipendente). Altrimenti, il foglio di dimissioni "spontanee" è già pronto e, in alternativa, l’attività prende la forma di un sito internet porno nel quale i clienti vengono indirizzati su una chat a prezzi elevati. Dall’altra, c’è il singolo nella sua disperata solitudine sociale, abbagliato dal mito consumista per cui appena ha liquidità a disposizione compra scooter, telefono cellulare, impianto stereo e una ricca spesa al supermercato. Un film con una sua onestà artigiana, nonostante il limite delle interpretazioni.

La frase: "Il problema non si risolve, muta. Diventa normalità. E’ così che ci hanno fregato".

Federico Raponi

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