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Ender's Game











Vincitore dei premi Hugo e Nebula, il romanzo "Il gioco di Ender" scritto da Orson Scott Card è il punto di partenza della fanta-vicenda che, diretta dal Gavin Hood aggiudicatosi il premio Oscar con "Il suo nome è Tsotsi" (2005), si svolge in un periodo in cui gli abitanti della Terra, sopravvissuti al devastante attacco sferrato dagli Scorpioni, mostruosi esseri simili a insetti, al fine di respingere un nuovo assalto educano come guerrieri un’intera generazione di piccoli geni.
Piccoli geni tra i quali eccelle Ender Wiggins, ovvero l’Asa Butterfield di "Hugo Cabret" (2011), attraverso la cui voce narrante seguiamo il complicato addestramento che, nel contendersi la possibilità di diventare comandanti della Flotta Internazionale, li vede impegnati a sguazzare in mezzo a sofisticatissimi simulatori elettronici e rigorosissimi esercizi-gioco nella Scuola di guerra, stazione orbitante nello spazio.
Infatti, man mano che viene ribadito che l’unico tuo insegnante è il nemico, non sono un campo di gioco privo di gravità e prove di tiro al bersaglio eseguite tramite l’uso di armi laser a essere assenti nel corso della oltre ora e cinquanta di visione che, se a tratti richiama vagamente gli universi virtuali de "Il tagliaerbe" (1992) di Brett Leonard, non può fare a meno di lasciarsi interpretare come rilettura per il pubblico dei ragazzi di "Starship troopers - Fanteria dello spazio" (1997) di Paul Verhoeven (anche se il libro di Card è stato realizzato dodici anni prima).
Peccato, però, che, sebbene l’azione non manchi, l’insieme non fatichi affatto a rivelarsi tanto lento quanto perennemente stretto nella morsa della fiacchezza; senza riuscire nell’impresa di coinvolgere lo spettatore, neppure quando decide di ricorrere al tripudio di esplosioni ed effetti visivi durante la fase che precede il suo finale.
E, mentre troviamo in scena Ben Kingsley nei panni del grande generale Mazer Rackham, non sono certo l’incredibile mono-espressività di Harrison Ford nella parte del colonnello Hyrum Graff – direttore della scuola – e un banale messaggio pacifista, che finisce soltanto per apparire fastidioso, a risollevare le sorti di un elaborato che sembra quasi un residuo del peggior cinema fantastico anni Novanta non distante, nei risultati, dal pessimo e già dimenticato cineVgame "Wing commander - Attacco alla Terra" (1999) di Chris Roberts.

La frase:
"Ho già visto questo posto in un videogioco".

a cura di Francesco Lomuscio

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