Il fiore del male
Giunto al suo cinquantesimo film, Claude Chabrol continua nella sua analisi spietata del cuore della borghesia. Come spesso accade nei suoi film, gli episodi di morte violenta hanno un ruolo di notevole importanza. Ed infatti il film inizia proprio con un assassinio. Tutto questo però è soltanto un inizio per sondare più a fondo l'anima triste dei personaggi.
La storia: Francois Vasseur (interpretato da Benoit Magimel) ritorna in Francia dopo essere stato quattro anni negli Stati Uniti. Al suo ritorno sembra che non sia cambiato niente (forse soltanto in superficie è cambiato qualcosa: il padre Gerard, Bernard Le Coq, ha aperto una farmacia). Dopo tutto questo tempo rivede Michèle la sorellastra (Mélanie Doutey), alla quale è rimasto legato da sempre in un rapporto che va al di là della fratellanza. La madre della ragazza (interpretata da Nathalie Baye) continua da anni a fare politica. Le elezioni sono in vista, ma c'è qualcuno che distribuisce volantini infamanti nei confronti della famiglia. Cominciano ad affiorare dei dubbi sul mandante. E poi, di chi era il cadavere che si vede all'inizio del film?
Il film è uno spietato affresco di una famiglia borghese di provincia dove tutti sembrano essere soli. Forse gli unici che si salvano sono i ragazzi (sembra che anche la nonna abbia qualcosa da nascondere), ma forse anche loro sono legati da qualcosa di oscuro. Il racconto è pieno di verità nascoste che appesantiscono le vite dei personaggi. I legami di parentela sono tutto meno che "legami".
C'è da dire che gli ambienti sono affrescati molto bene: ogni luogo è unito ai vari personaggi, in una sorta di rimando affettivo che ci descrive la personalità degli stessi (la fredda farmacia del padre, il municipio, luogo della vita sociale, della madre, la casa di famiglia della nonna, la casa al mare dove i ragazzi si "scoprono"). Allo stesso modo i personaggi sono caratterizzati in maniera molto precisa (una menzione particolare per la nonna interpretata da una bravissima Suzanne Flon).
Sicuramente, "Il fiore del male" più che essere un film narrativo è un film di "caratteri", la trama conta poco. Se ad un certo punto ci viene da chiederci, chi ha fatto cosa, dopo due minuti non ci ricordiamo neanche più della domanda. Se il film in certi punti vuole avere la parvenza di un thriller, è soltanto un falso intento. Anche alla fine, quando tutto viene svelato, è come se lo sapessimo già, o probabilmente non c'è ne mai importato niente. Tutto cambia ma non cambia niente. Ieri ed oggi si confondono nell'impossibilità di esprimersi.
"Il tempo non esiste. Viviamo in un eterno presente".

Renato Massaccesi

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